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Giovedì, 25 Aprile 2024
Usanze

Conoscete l'antico rito del Tratomarzo?

A celebrarlo sono i giovani tra gli ultimi giorni di febbraio e i primi di marzo

È tempo del "Tratomarzo", in Tirolo Scheibenschlagen, in Friuli Las cidulas, nei Grigioni Cialandamarz, l'antico rituale che ancora oggi sopravvive. Si tratta di un'usanza di origine precristiana che lega il risveglio della natura alle manifestazioni dell'eros fra gli uomini, all'insegna di un'ironia a volte pesante e dissacrante, veicolata attraverso la metafora degli accoppiamenti.

L'antico rito viene celebrato dai giovani tra gli ultimi giorni di febbraio e i primi di marzo. La tradizione vuole che un gruppo di giovani raggiunga un’altura del paese, accenda un grande fuoco e inizi a urlare in direzione dei paesani una serie di annunci pubblici di fidanzamenti, veri o presunti, spesso ironici e dissacranti.

Ogni accoppiamento viene concluso con un grande strepito di oggetti rumorosi, fischi, e canti. In Trentino numerose denunce e proibizioni emanate fin dal Cinquecento dai Sinodi Diocesani, dal Principe Vescovo, ed in seguito da varie autorità civili e religiose, hanno contribuito a sradicare il Tratomarzo quasi definitivamente, ma non ovunque. Pare infatti che il Tratomarzo venga organizzato ancora nelle vallate occidentali, come a Pinzolo, a Cavedago o a Storo, dove c'è addirittura una via dedicata al Trato marzo, ma anche in quelle orientali, come a Grumes e nel Tesino.

Per quanto riguarda l'origine del nome, questa è incerta, potrebbe stare a significare "contratto" di marzo: la promessa di matrimonio. O anche dal verbo 'trarre', che in dialetto trentino vale come 'gettare'. In questo caso l'espressione "tirar zo marzo" significherebbe lanciare dall'altura l'annuncio di matrimonio. Un'altra interpretazione suggerisce che potrebbe significare l'entrata nel terzo mese dell'anno: "è entrato marzo".

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