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L'origine dei Mercatini di Natale

Nati per vendere i manufatti realizzati durante i mesi "di riposo" autunnali, sono diventati una tradizione recente in tutto il Nord Italia. Quest'anno purtroppo dovremo farne a meno, ma ecco qualche curiosità sulla loro origine

Bancarelle, luci e vapori speziati di vin brulè quest'anno non animeranno le piazze italiane. Non quelle di Trento e dei paesi del Trentino. Per il Natale 2020 si dovrà fare a meno dei mercatini, considerati ormai una tradizione in Trentino Alto Adige. Una tradizione che, del resto, non è italiana ma arriva dalla Germania e risale al XV secolo. Il primo mercatino natalizio di cui si abbia memoria nelle fonti scritte è datato 1434 e si tenne a Dresda, il lunedì precedente al giorno di Natale.

Nelle fonti è riportato come Striezelmarkt, del nome di un dolce tipico della Germania nord-orientale. Gli Striezel venivano venduti durante i mercatini e consumati dopo la  mezzanotte della Vigilia. In Alsazia i mercatini erano dedicati a San Nicola, il santo che anche in Italia è associato al periodo d'Avvento, famoso  per portare doni ai bambini buoni (vi riccorda qualcuno?). In Alto Adige è Sankt Nikolaus, in Trentino San Nicolò, celebrato fin dal '500, figura alla quale si può accostare quella di Santa Lucia, che si festeggia il 13 dicembre a Trento con una fiera che può essere considerata il vero antenato dei mercatini.

L'origine dei mercatini di Natale va ricercata anche in una serie di concause che caratterizzano la vita economica e sociale della civiltà contadina nel periodo invernale. Nei mesi freddi il lavoro nei campi è sospeso, si sta in casa, al caldo della "stube". Come passare il tempo? L'autunno e l'inverno erano i periodo dedicati al lavoro manuale.

Seduti accanto al fuoco si intagliavano pipe, si intrecciavano ceste, o si lavorava la lana realizzando maglioni, berretti e guanti decisamente utili nel periodo natalizio. Prodotti destinati alla famiglia, ma che col tempo divennero delle vere e proprie produzioni artigianali. Basta mettere in relazione questo fatto alla tradizione di scambiarsi doni nel giorno di Natale ed è facile intuire l'origine dei mercatini. Dalle prime bancarelle di dolci (in inverno abbonda la frutta secca, data la mancanza di quella fresca, ma ci sono anche gli agrumi del sud e le mele raccolte a settembre, da far cuocere nel vino) si passò rapidamente a dei veri e propri mercati di artigianato, dove trovare il regalo giusto.

I mercatini vennero ribattezzati Christkindlmarkt dopo la Riforma protestante, in opposizione al culto dei santi, e si diffusero rapidamente in Baviera ed in Austria per poi passare le Alpi e diventare una tradizione novecentesca anche a Bolzano, Merano e Vipiteno. Il mercatino natalizio è una tradizione recente, ma ha già compiuto 25 anni, un quarto di secolo: nato quasi per caso, e più che altro a beneficio dei trentini, nei giorni precedenti al Natale del 1993, con poche bancarelle, è diventato oggi una realtà visitata ogni anno da migliaia di turisti. Non sarà così quest'anno anche se Trento rimane Città del Natale, con luci, installazioni e l'atmosfera che da sempre la caratterizza nel periodo delle feste.

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