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Una criptovaluta per salvare il pianeta: il progetto di Free Seas SB

Niente Ethereum e Bitcoin, ma CfER: una nuova moneta elettronica che servirà a finanziare progetti di rigenerazione ambientale

Una criptovaluta per salvare il pianeta. Niente Ethereum e Bitcoin, ma CfER, acronimo di Coin for Enviromental Regeneration: una nuova moneta elettronica che servirà a finanziare progetti di rigenerazione ambientale, recuperando aree ed ecosistemi danneggiati da materiali e sostanze inquinanti. Sarà la prima piattaforma italiana per progettare, sostenere e, appunto, finanziare progetti di questo tipo: l'idea è targata Free Seas srl Società Benefit, start-up innovativa con sede a Trento ma che parla anche bresciano, nata nel giugno del 2019 ad opera di un gruppo di imprenditori e professionisti, che condividono la necessità di dare una risposta concreta a problemi ambientali, che devono essere affrontati in tempi brevi. La società ha ottenuto la configurazione di Società Benefit nel luglio di un anno fa, a conferma del suo costante impegno per il miglioramento dell'ambiente. Un organo importante, di cui Free Seas SB intende dotarsi, disciplinato all’interno dello statuto e da uno specifico regolamento, è un Comitato Scientifico che sovrintende alla qualità e congruità dei progetti avviati con la missione aziendale.

Il team di Free Seas SB si compone dei trentini Diego e Lavinia Albertini, dei bresciani Pietro Francesco Noci, Paride Gregorini, Marco Bogarelli e Ludovico Seppi.

Un sistema digitale per progetti di rigenerazione ambientale

L'iniziativa di Free Seas SB prevede di definire un sistema digitale di emissione crediti (token) per il finanziamento di progetti di rigenerazione ambientale, basato sulla quantificazione di impatto, analisi costi-benefici e tokenizzazione dei costi. Il rilascio di token darà valore ai progetti in modo proporzionale alla rigenerazione attuata su territori, aria, acqua e foreste: l'obiettivo, a lungo termine, è la creazione di un mercato italiano del credito per la rigenerazione ambientale, in cui i token – che attestano la rigenerazione avvenuta – vengano accettati come credito fiscale (o altra forma incentivante) per imprese e privati virtuosi, in quanto concreto investimento a beneficio della collettività.

Il modello di riferimento è una piattaforma (applicazione) digitale, per connettere gli attori del territorio tra cui enti come lo Stato, le Regioni, le Province, i Comuni oltre che le imprese, i cittadini, le fondazioni e le associazioni che individueranno la necessità di eseguire progetti e interventi di rigenerazione ambientale con capitali, risorse e competenze di aziende qualificate. In pratica: il territorio genera la domanda, le aziende partner forniscono le tecnologie ed i servizi e la piattaforma agirà come facilitatore, rendendo disponibile la transazione di valore.

Come funzionerà il sistema (in blockchain) dei CfER

L'ambiente, in cui si sviluppa questo modello, è l'ormai celebre blockchain. Ovvero: una tecnologia di registro su rete capace di collegare blocchi di dati (blocks) in concatenazione (chain) per mezzo di crittografia avanzata. Ogni nuova trascrizione di informazione sul registro, per essere approvata, deve ricevere la totalità del consenso della rete: ogni trascrizione approvata diventa quindi parte costituente di un blocco, che viene registrato per validazione della rete stessa, risultando quindi immutabile.

Alcune fonti d'ispirazione? Solarcoin, Efforce e (in maniera indiretta) anche il sistema italiano dei Certificati Bianchi: sono tutti sistemi che riconoscono un valore (anche economico) ad azioni virtuose in campo ambientale. Attraverso la propria piattaforma, Free Seas SB emetterà 13 miliardi di token: non saranno mai emessi nuovi token, e gli stessi finanzieranno i progetti di rigenerazione di porzioni di ambiente ammalorate da elementi inquinanti. I token CfER potranno essere acquistati sia con valuta corrente che con criptovaluta.

Per ogni progetto meritevole viene sviluppata una prima fase di “Analisi di impatto” della situazione ambientale critica presente: sulla base del risultato dell'impatto sociale negativo, attraverso modelli di calcolo, viene economicamente quantificato il costo annuale, che la situazione degenerativa crea alla società. A questo punto, Free Seas progetta l'intervento di rigenerazione ambientale e definisce la quantità di CfER che devono essere rilasciati e collocati per sostenere l'intervento. Il rilascio e il collocamento dei token avverrà in due momenti: una prima fase di pre-collocamento in cui sono assegnati i token, prima della loro offerta al mercato, a investitori selezionati (con uno sconto del 10%), seguita da una seconda assegnazione ordinaria in cui i token saranno offerti al mercato, sia professionale che retail. Con questo schema: il 65% al mercato, il 15% ai miner, il 20% a Free Seas SB.

Già avviata la prima raccolta fondi

Free Seas SB propone dunque il primo standard italiano, basato su blockchain, per il miglioramento dell'ambiente, con una criptovaluta “green”: in questi giorni è stata lanciata la prima raccolta fondi – tutte le informazioni su  free-seas.it o eppela.com  – per finanziare la costruzione della Piattaforma basata su blockchain Algorand, per realizzare un progetto pilota di raccolta rifiuti in mare, incentivando, con l’assegnazione di token CfER, la raccolta dei rifiuti (plastica per la maggior parte) da parte dei pescherecci ed il loro successivo conferimento. Buona la prima? Con questa raccolta fondi verrà effettivamente validato lo schema di valutazione dell'impatto generato da un'emergenza ambientale, in modo che sia replicabile, e avviata tecnicamente la piattaforma tecnologica (in blockchain) su cui si basa l'economia di CfER.

Prima l'ambiente: “Vogliamo democratizzare la partecipazione – fanno sapere da Free Seas SB – aprendo a tutti la possibilità di sostenere iniziative ambientali, sia a livello locale che internazionale. Renderemo possibile alle aziende impegnarsi per l'ambiente e per la comunità in modo trasparente, quantificando l'impatto del loro contributo, facilitando anche la trasparenza dell'informazione, rendendo consultabili, con un clic, i dati ambientali di progetto. Infine, supportando i centri di ricerca italiani e incentivando il brain-gain di professionisti qualificati, creiamo nuove competenze da coltivare, per creare opportunità di lavoro nell'Italia del futuro”. Il quadro in tal senso è purtroppo chiaro: in tutta la penisola si contano 12.482 siti ambientali a rischio, e di questi 58 sono considerati di “livello nazionale” con “grave rischio sanitario”.

Il team di Free Seas SB

Diego Albertini

Classe 1946 e residente a Caldonazzo, è Amministratore unico e responsabile del rispetto dei requisiti in conformità al Comma 380 della Legge 28 dicembre 2015, n.208. Con visione d'insieme, verifica il raggiungimento degli obiettivi di crescita e il soddisfacimento dei risultati d'impatto della società. Dal 1987, attraverso la Ecos srl di Pergola (PU), si occupa di igiene ed ecologia ambientale.

Pietro Francesco Noci

Classe 1955 e residente a Brescia, tecnico e imprenditore, si occupa fin dagli anni Settanta della raccolta e trasporto di RSU (rifiuti solidi urbani). E' responsabile della individuazione e scelta delle tecniche e tecnologie di trattamento più opportune.

Paride Gregorini

Classe 1962 e residente a Pian Camuno, ingegnere meccanico e imprenditore, opera attraverso la società Sispa Quality srl occupandosi di consulenza di direzione e sistemi organizzativi, oltre a figurare come facilitatore all'avvio di alcune start up. Riveste la funzione R&D per la ricerca di soluzioni innovative di economia circolare e valorizzazione dell'ambiente.

Marco Bogarelli

Classe 1965 e residente a Brescia, ingegnere tecnologo industriale, gestisce l'attività professionale di consulenza attraverso la società Tecno Consulting srl. È responsabile dell'organizzazione e pianificazione sistemistica dell'impresa, nonché incaricato dell'attività di selezione di partner e fornitori.

Lavinia Albertini

Classe 1989 e residente a Mattarello, a Trento, laureata in Scienze biologiche è appassionata studiosa dei problemi dell'inquinamento, in particolare quello causato dalla plastica; ha significative competenze nelle valutazioni ambientali e modelli di economia circolare.

Ludovico Seppi

Classe 1994 e residente a Brescia, laurea triennale in Politiche internazionali, segue gli sviluppi in tecnologie Decentralized Ledger, tra cui blockchain, ed è responsabile dell'implementazione tech.

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