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Scuola trentina, Flc denuncia: "Vuota quasi la metà delle cattedre a tempo indeterminato"

Per il sindacato alla base di questa situazione ci sono i concorsi in ritardo e una scarsa programmazione

È cominciato il conto alla rovescia per l’inizio dell’anno scolastico: lunedì 12 settembre torneranno sui banchi anche gli studenti della scuola primaria e secondaria. Ma anche quest’anno la scuola provinciale dovrà affrontare il problema delle cattedre vuote.

A seguito di pensionamenti, a giugno si sono liberate 548 cattedre, cioè posti a tempo indeterminato, ma solo il 52 per cento di queste è stato coperto con insegnanti che sono entrati in ruolo. Il resto è stato affidato, o verrà affidato nei prossimi giorni, con i contratti a tempo determinato.

“Anno dopo anno, con o senza concorsi, a scuola come in un assurdo gioco dell’oca si riparte sempre dal via”, denuncia oggi la Federazione dei lavoratori della conoscenza (Flc-Cgil) del Trentino.

La condizione peggiore riguarda la scuola secondaria di primo e secondo grado, cioè medie e superiori. A giugno si sono liberati 424 posti a seguito di pensionamento: solo il 40 per cento di questi è stato coperto (169 cattedre), 255 posti restano vacanti.

I posti vuoti hanno una duplice spiegazione: 112 verranno coperti quando sarà concluso il concorso, che sta procedendo tra non pochi ritardi; 143 cattedre, invece, resteranno vuote a prescindere perché i posti messi a concorso erano insufficienti a coprire il reale fabbisogno. Per coprirli bisognerà attendere un nuovo concorso.

“Questa situazione è il frutto di una serie di errori legati a scarsa programmazione, assenza di visione e insufficienti investimenti sulla scuola - accusa la segretaria provinciale Cinzia Mazzacca, puntando il dito contro l’assessorato all’Istruzione -. Come sindacato abbiamo subito messo in guardia l’assessore Mirko Bisesti, ancora oltre un anno fa, che i posti messi a concorso erano insufficienti. Bastava fare una stima dei pensionamenti per avere una fotografia del reale fabbisogno. È questa una delle ragioni per cui oggi sono scoperte anche cattedre in discipline che non avevano mai dato problemi di carenza di organico, come italiano. A questo si somma un ingiustificabile ritardo nella procedura del concorso”.

Dove il concorso è stato programmato e gestito per tempo, infatti, la situazione è diversa: alla primaria le 118 cattedre liberatesi in giugno sono state coperte per il 95 per cento.

“L’assessore ha dimostrato ancora una volta l’assenza totale di lungimiranza: invece di ricorrere a meccanismi che scardinano le graduatorie stabilizzando a tempo determinato un organico precario, sarebbe stato sufficiente aumentare i posti disponibili per il ruolo e prevedere graduatorie per le assunzioni”, conclude Mazzacca che adesso sollecita il titolare dell’Istruzione a prestare fede al suo impegno e a bandire il concorso straordinario entro quest’autunno.

Quello dei docenti, peraltro, è solo la punta dell’iceberg. “Se ne parla poco ma a scuola mancano assistenti educatori, personale ausiliario, tecnico e amministrativo - fanno sapere dal sindacato -. Non si fanno i concorsi perché il dipartimento è ridotto all’osso e il personale, pur impegnandosi al massimo, non è posto nelle condizioni per seguire in modo efficace le varie partite aperte. Anche su questo sarebbe ora di intervenire”.

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