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Scuola, un piano per la ripartenza: «Deve rimanere aperta»

È un anno che la scuola arranca nell'incertezza e soffre chiusure che hanno messo in crisi studenti e genitori, oltre che il personale scolastico. L'appello di Pillole di Ottimismo corre sul web. Rispetto alla media degli altri Paesi europei, in Italia le chiusure della scuola in presenza sono state molto più generalizzate

Un piano per la scuola, un appello per punti, rivolto alle massime cariche dello Stato italiano. La proposta parte da Pillole di Ottimismo, un progetto costituito da una pagina Facebook e cresciuto nel tempo: era nato per diffondere le buone pratiche di una corretta divulgazione e informazione scientifica sul Covid-19. La squadra è composta da numerosi ricercatori, Professori Ordinari e Associati, Direttori di Ricerca e altre figure professionali che lavorano in Italia e all’estero.

I promotori della pagina, in merito alle chiusure della scuola italiana scrivono: "Hanno sofferto le ragazze e i ragazzi. Hanno sofferto i genitori che lavorano, e molto di più le mamme che lavorano. Ha sofferto il personale scolastico". I due obiettivi cardine di questo appello rivolto al premier Draghi sono che: la scuola deve rimanere aperta e che serve un piano di ristori per gli studenti, incentrato su cultura, socialità e sport dall'estate 2021 all'estate 2022. 

"La scuola deve rimanere aperta"

"In assenza di prove evidenti dei vantaggi della chiusura delle scuole - si legge nell'appello - il principio di precauzione impone di mantenere le scuole aperte per prevenire danni irreversibili ai bambini e adolescenti, alle donne e alla società intera. In ogni caso, non deve mai più succedere quanto abbiamo visto troppe volte nei mesi scorsi: scuole chiuse, ma bar, negozi, ristoranti, lungomare aperti e pieni di gente. La scuola non può che essere l’ultima a chiudere e la prima a riaprire. È giusto. È necessario. È quanto avvenuto nei Paesi che mettono l’istruzione e i giovani al primo posto, nei fatti e non solo a parole. Infine, la decisione deve essere dello Stato, cui compete garantire i livelli essenziali del servizio scolastico. È immorale consentire ad alcune regioni di chiudere a tempo indeterminato il servizio scolastico".

Rispetto alla media degli altri Paesi europei, in Italia le chiusure della scuola in presenza sono state – considerando il periodo da marzo 2020 ad oggi - di gran lunga più durature, ampie e generalizzate. Ancor oggi in molte zone rosse tutti gli Istituti scolastici, e persino i servizi per l’infanzia, sono chiusi.

"In alcune regioni come la Campania, da marzo 2020 la chiusura di tutte le scuole – anche elementari e medie – è stata pressoché continua - ricordano nell'appello - In tutta Italia, inoltre, la chiusura delle scuole superiori è stata comunque la prima e spesso unica misura adottata per contenere il contagio; nelle poche settimane in cui sono state aperte, la frequenza prevista per il 50% della popolazione studentesca, dimezzava il periodo di riapertura per i singoli studenti. Questa situazione ha suscitato sconcerto persino presso la stampa internazionale. I danni per bambini, alunni e studenti riguardano un periodo di crescita nel quale ogni privazione importante è irreversibile. Concernono l’apprendimento, il confronto di competenze con i coetanei europei, lo sport, la socialità e la salute ed il benessere psicofisico, nonché lo sviluppo spirituale ed emotivo complessivo dei nostri giovani".

"I danni per le famiglie, per i genitori che lavorano e in particolare – lo sappiamo tutti – per le madri, sono stati anch’essi ingenti. Si tratta di danni che – come quelli alle attività economiche - devono essere riparati. Ma qui il giusto ristoro non è principalmente economico. Non si tratta, prima di tutto, di dare ai ragazzi o alle loro famiglie del denaro. Mesi od addirittura anni di vita sociale non possono essere risarciti soltanto economicamente".

Il piano di ristori per la scuola e per gli studenti

Chiedono che Stato, regioni ed enti locali stanzino fondi adeguati e sufficienti per:

  • garantire un incremento dei corsi di recupero a giugno 2021 e un anticipo adeguato dell’apertura delle lezioni a settembre 2021, con il giusto compenso per lo sforzo aggiuntivo chiesto al personale scolastico, ma senza cedere alle pressioni di chi si opponesse a qualsiasi cambiamento;
  • prevedere sin d’ora locali alternativi agli edifici scolastici per ospitare i seggi elettorali relativi alle elezioni che dovessero svolgersi durante tutto il prossimo anno scolastico;
  • finanziare un programma straordinario di recupero della dispersione scolastica, maggiore nelle aree dove maggiore è stata la chiusura del servizio in presenza, soprattutto per i più piccoli;
  • finanziare – durante l’estate 2021 e l’estate 2022 - un programma straordinario di recupero della socialità attraverso attività culturali, teatrali, ricreative e sportive, con frequenza volontaria e gratuita, svolto in buona parte all’aperto ma con utilizzo – quando opportuno – anche delle strutture scolastiche;
  • finanziare un programma di graduale ripresa dei viaggi di istruzione e delle uscite didattiche;
  • finanziare, durante il prossimo anno scolastico, programmi straordinari di potenziamento della conoscenza dell’inglese per le scuole di ogni ordine e grado, anche attraverso l’utilizzo di docenti di madre lingua;
  • finanziare, tra aprile 2021 e aprile 2022, un programma straordinario di orientamento in uscita per i ragazzi della terza media e degli ultimi due anni di scuola superiore, valutando altresì di agevolare in ogni modo la partecipazione consapevole e preparata di chi esce dalle superiori ad esami di ammissione e test per l’università (corsi di preparazione gratuiti).

Bianchi: "La scuola ha fatto di tutto per rimanere aperta"

"Nei mesi scorsi la scuola ha fatto di tutto per rimanere aperta, perché anche nelle 'Zone rosse' i bambini fino alla prima media erano a scuola. Perché anche tenere il 50% dei ragazzi in presenza e gli altri a distanza non vuol dire esser rimasti inchiodati sulla distanza di un anno fa". Lo ha detto il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, a "Che tempo che fa".

"Non è vero che la scuola è stata ferma - ha aggiunto -. La scuola non si è mai fermata. Non accetto l'idea di una scuola chiusa".

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