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Il Garante dei minori: "Nelle scuole trentine regole anticontagio troppo rigide"

L'appello alla politica arriva anche da tanti genitori che non vogliono far vaccinare i loro figli

C'è il genitore che lamenta "la profonda ingiustizia perpetrata dalla scuola nei confronti di quegli studenti/studentesse che non si sono piegati al ricatto della vaccinazione", e c'è l'universitaria di 19 anni "costretta" a fare un tampone ogni 48 ore per frequentare l'Università. Sono solo alcune delle 312 segnalazioni arrivate al Garante dei minori della Provincia di Trento. In tanti si lamentano dell'obbligo di green pass, dicendosi impossibilitati a sostenere la spesa per i test ogni due giorni (ricordiamo che invece il vaccino è gratis ndr). C'è chi denuncia "la deriva autoritaria che stiamo vivendo", e chi semplicemente chiede chiarimenti sull'obbligatorietà delle mascherine o sull'impossibilità di vaccinarsi per motivi di salute.

Tutto è contenuto nella lettera che il Garante Fabio Biasi ha scritto agli esponenti politici della Pat, a partire dal presidente Maurizio Fugatti, fino a tutti i consiglieri provinciali. "Da molte settimane pervengono all’Ufficio del Garante dei diritti dei minori segnalazioni in ordine alla situazione di grave sofferenza e disagio che quotidianamente ed in preoccupante crescendo stanno vivendo i bambini, i ragazzi e le loro famiglie" dice il Garante.

Lo stesso Biasi si dice molto critico sull'utilizzo del green pass: "Uno strumento che comporta non soltanto inammissibili limitazioni al concreto esercizio dei diritti e delle libertà personali costituzionalmente tutelati, ma determina, a parere di molti ed anche di questo Garante, una sostanziale, grave ed estesa discriminazione tra cittadini".

Si passa dunque ad alcuni esempi: "È sensato negare gli ingressi in biblioteca ai ragazzi privi di lasciapassare? È sensato rifiutare il ritiro, da parte della scuola, di un astuccio dimenticato a casa da una piccola alunna perchè consegnato fuori dall’orario di entrata? È ragionevole l’intera gestione delle attività sportive in palestra?".

La proposta è che il Trentino faccia valere la propria autonomia: "Proprio le prerogative costituzionali e statutarie di cui le Autonomie locali sono titolari dovrebbero consentire un dibattito intorno alla necessità, proporzionalità e ragionevolezza di un impianto legislativo ed amministrativo così concepito rispetto ai presupposti di fatto che lo giustificano, nonché alla legittimità, dal punto di vista costituzionale, delle misure impositive stesse, per le quali pare, allo stato, non sussistano margini di trattativa delle Regioni e delle Province Autonome con l'Esecutivo centrale" ribadisce Biasi.

Un esempio su tutti, secondo il Garante, è stata la deroga alla normativa nazionale in base alla quale il Trentino ha garantito una maggior presenza in aula nell'anno scolastico 2020-2021, evitando, almeno nella scuola secondaria, il ricorso alla didattica a distanza.

Insomma, secondo Biasi, "è necessario un dibattito aperto, libero, democratico, privo di dogmi o di tabù, su ogni tema che attualmente si presenta, purtroppo, come gravemente divisivo: è necessario, in altre parole, esplorare quali spazi e strumenti giuridici, offerti dallo Statuto Speciale di Autonomia della Provincia Autonoma di Trento, possano contribuire a far cessare questo triste stato di cose".

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