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Scuola, l'ipotesi del ritorno in presenza dopo Pasqua

È il ministro alle Pari opportunità e alla famiglia, Elena Bonetti, che ha portato sul tavolo questa possibilità. L'attesa della nuova classificazione con la speranza di molti di passare dalla zona rossa ad arancione sono solo il primo step, il governo Draghi dovrà prendere decisioni dal 6 aprile in avanti

Doppia attesa per le regioni, c'è quella che riguarda le nuove classificazioni di venerdì 26 marzo che, in caso di cambio fascia, dovrebbe essere operative dal 29 marzo e poi c'è quella che riguarda il "dopo" Pasqua, con le nuove decisioni che il governo Draghi prenderà con un nuovo provvedimento per contrastare il contagio che ancora non si è fermato. I segnali di una possibile prima graduale riapertura, sembrano arrivare dal governo, con l'ipotesi di un ritorno in presenza tra i banchi anche nelle regioni in zona rossa, per materne, elementari e prima media. Il premier Mario Draghi ha assicurato: "Per quel che mi riguarda, la scuola sarà la prima a riaprire quando la situazione dei contagi lo permetterà. Sarà la prima attività a essere riaperta, riprendendo perlomeno la frequenza scolastica fino alla prima media".

L'ipotesi piace al governo

Non c'è una data certa sulla riapertura della scuola, è opportuno sottolinearlo. Il governo, però, sta facendo intendere che dopo Pasqua sarebbe proprio quella della riapertura la direzione che si intende adottare. Il ministro per le Pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, a Sky Tg24, ha recentemente dichiarato: «La scuola è chiusa nelle regioni rosse e mi auguro che in questa settimana ci siano regioni che possano passare in zona arancione e quindi possano riaprire le scuole dell'infanzia, i nidi, la primaria e la secondaria di primo grado e 50 e 50 le scuole secondarie di secondo grado».

Il prossimo monitoraggio dell'Istituto superiore di Sanità e del ministero della Salute sull'evoluzione dell'epidemia è previsto per venerdì 26 marzo, ma nel caso di passaggio di alcuni territori in zona arancione bisognerà capire se i governatori riterranno invece di prolungare la chiusura delle scuole, visto che dal giovedì successivo cominceranno le vacanze di Pasqua e si tratterebbe di riaprire soltanto per tre giorni. Più probabile che il governo prenda una decisione sulla riapertura delle scuole dal 6 aprile in avanti, quando scadrà il Dpcm in vigore.

«Già dopo Pasqua ritengo che in zona rossa, complice l'aumento delle vaccinazioni, dobbiamo rivalutare la possibilità di riaprire la scuola dell'infanzia e almeno la primaria. È ovvio che nel frattempo sarà aumentata la campagna vaccinale e diminuiti i contagi e l'Rt», ha proseguito il ministro Bonetti. La sua posizione è condivisa da M5s e Forza Italia. «Più teniamo i nostri bambini a casa, più miniamo il loro futuro. Aspettare ancora per riaprire le scuole avrà solo conseguenze negative, per questo torniamo a chiedere al governo che almeno gli alunni di asili nido, scuole dell’infanzia ed elementari tornino subito in classe, e che si lavori per riportare tra i banchi anche tutti gli altri il prima possibile: i danni educativi e psicologici su di loro stanno aumentando spaventosamente» ha dichiarato Gianluca Vacca, capogruppo del Movimento 5 stelle in commissione Cultura a Montecitorio.

Le regole in vigore al momento in zona rossa prevedono che vengano sospese le attività dei servizi educativi dell'infanzia e le attività scolastiche e didattiche delle scuole di ogni ordine e grado si svolgano esclusivamente con modalità a distanza. L'ultimo decreto ha disposto la chiusura delle scuole automaticamente quando il rapporto tra contagi e popolazione è di 250 casi su centomila abitanti alla settimana.

Un pensiero, quello di Bonetti, che raccoglie anche il favore di Licia Ronzulli di Forza Italia. La presidente della commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza si dice infatti d'accordo con il ministro Bonetti sulla «necessità di far ripartire, già immediatamente dopo le festività pasquali, la scuola dell'infanzia e quella primaria. Si tratta di scuole che per l'età dei bambini e il tipo di offerta formativa non consentono in alcun modo di sostituire le lezioni in presenza con la didattica a distanza». Differente, invece, è la posizione del Partito democratico: «Crediamo sia importante diversificare le prossime e necessarie aperture non solo per zone e colori ma anche per fasce d’età, valutando con attenzione se anche nelle zone rosse sia possibile procedere con l’attività almeno di asili nido, scuole d’infanzia e primarie. Sugli altri ordini è importante continuare a monitorare le ricerche tenendo presente che alcuni dei dati che emergono adesso sono riferiti a periodi pre-varianti» hanno dichiarato Paolo Lattanzio e Flavia Piccoli Nardelli, componenti Pd della Commissione Cultura della Camera. 

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