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Salute

Vaccino AstraZeneca, cosa deve fare chi lo ha ricevuto

I consigli degli esperti e le indicazioni su come segnalare reazioni avverse

Circa un milione di italiani hanno ricevuto il vaccino AstraZeneca, il siero momentaneamente sospeso per accertamenti. Si tratterebbe, però, come più volte sottolineato dall'Aifa (Agenzia italiana del farmaco) di una sospensione "del tutto precauzionale e temporanea, in attesa dei pronunciamenti dell’Ema". Un divieto, quello di utilizzare il vaccino di AstraZeneca, in linea con altri Paesi dell'Ue ma che ha scatenato il panico in moltissime persone, ad alcune questo siero è stato iniettato. "Ulteriori approfondimenti sono attualmente in corso" prosegue Aifa nella nota di lunedì 15 marzo, quando è giunta la notizia della sospensione. "L’Aifa, in coordinamento con Ema e gli altri Paesi europei, valuterà congiuntamente tutti gli eventi che sono stati segnalati a seguito della vaccinazione".

In Italia le dosi utilizzate sono 1.093.800 sulle 2.196.000 consegnate, ovvero il 49.8% di quelle arrivate nel nostro paese. Le prime inoculazioni sono arrivate l'11 febbraio, quando ne furono fatte 2.919, mentre il picco al momento è stato raggiunto venerdì 12 marzo, con 64.684 dosi somministrate. In Spagna le somministrazioni sfiorano il milione, così come in Francia. In Italia il vaccino Astrazeneca lo hanno ricevuto in molti casi gli insegnanti. La Siset (Società Italiana per lo Studio dell'Emostasi e della trombosi) si è schierata contro la psicosi e il terrorismo, spiegando che al 10 marzo "il sistema di vigilanza europeo degli eventi avversi aveva registrato 30 casi di eventi trombotici in 5 milioni di soggetti vaccinati con il vaccino AstraZeneca. Questo numero è paragonabile al tasso di trombosi abitualmente registrato nella popolazione generale e al momento non è possibile stabilire se ci sia stato un nesso di causalità tra la vaccinazione e gli eventi trombotici o se gli eventi siano avvenuti solo per coincidenza". E ancora: "Negli studi registrativi con stretta sorveglianza degli eventi avversi non è stato segnalato alcun aumento del rischio di trombosi". La Siset, in una nota, raccomanda pertanto che "tutti i soggetti eleggibili si sottopongano a vaccinazione anti-COVID-19 secondo i piani vaccinali predisposti dalle Autorità nazionale e regionali".

Proprio la Siset ha spiegato cosa deve fare il milione di italiani che ha ricevuto il vaccino AstraZeneca: "Alla luce di queste considerazioni e anche tenendo conto che l'infezione COVID-19 in forma clinicamente significativa è associata ad un significativo aumento del rischio trombotico, la SISET ritiene che con i dati attualmente disponibili i benefici della vaccinazione superino nettamente i potenziali rischi, e raccomanda la vaccinazione a tutti i soggetti, compresi i pazienti con storia pregressa di complicanze trombotiche e i soggetti portatori di anomalie della coagulazione di tipo trombofilico". È inoltre "scoraggiato, perché non basato su alcuna evidenza - rileva la società scientifica - l'impiego di farmaci antitrombotici in occasione o dopo la vaccinazione, a meno che non siano già assunti per una prescrizione medica precedente". Infine, "effettuare in assenza di sintomatologia esami di laboratorio o strumentali tesi a monitorare un supposto rischio trombotico non ha motivazione; ovviamente, e come sempre, sintomi evocativi di tromboembolismo quali edema o dolore agli arti, dolore toracico, difficoltà respiratoria, cefalea persistente - conclude la Società - vanno riferiti al proprio medico e attentamente valutati, indipendentemente dalla pratica vaccinale". 

Cosa deve fare chi ha ricevuto la prima dose del vaccino AstraZeneca

Il direttore generale dell'Aifa Nicola Magrini ha spiegato a Otto e Mezzo cosa deve fare chi ha ricevuto la prima dose del vaccino AstraZeneca: "Chi ha fatto la prima dose deve stare tranquillo e va rassicurato, non deve fare nulla se non segnalare eventuali sintomi al proprio medico. Ci vuole fiducia nei dati della ricerca, in un piano vaccinale che c'è ed è funzionale alle dosi che arriveranno. Da qui all'estate dovrebbero poter arrivare oltre 20 milioni di dosi al mese e Sputnik potrebbe arrivare all'Ema a maggio". Sulla questione della trombosi Magrini ha spiegato: "Per noi il caso in questione è solo uno, ma nel coordinamento con gli altri paesi europei, in primis con la Germania che ha registrato un insieme di casi sospetti, abbiamo deciso di fare un approfondimento per verificare se questi fenomeni possano essere correlati al vaccino".

Ma secondo il dg dell'Aifa non c'è da preoccuparsi:  "Abbiamo detto che il vaccino è sicuro e lo diciamo ancora, il rapporto benefici-rischi è ampiamente positivo. Per l'insorgere di rarissimi eventi di trombosi celebrale che hanno destato clamore mediatico e per avere un atteggiamento coerente tra tutti i paesi europei, si è presa la decisione politica di sospendere le somministrazioni, contrariamente alla scorsa settimana dove abbiamo ritenuto che bastasse la decisione della magistratura su un solo lotto. Questi giorni ci servono per avere ulteriori dati e convincere tutti della sicurezza del vaccino". Anche l'immunologa Antonella Viola ha scritto un post su Facebook per rassicurare: "Chi ha fatto la prima dose del vaccino AstraZeneca nei giorni scorsi può stare tranquillo. Non deve fare nulla se non, come sempre, riportare gli effetti collaterali al medico. Ripeto che non c’è al momento nessun legame tra la vaccinazione e le trombosi e che in ogni caso gli eventi sono rarissimi".

Chi ha ricevuto la prima dose del vaccino AstraZeneca è al sicuro contro Covid-19? 

Il genetista Giuseppe Novelli ha evidenziato un ulteriore aspetto: i soggetti che hanno ricevuto già una prima dose "sono in teoria confrontabili dal punto di vista immunologico con soggetti guariti da Covid-19, per i quali l'indicazione è di effettuare una sola somministrazione di vaccino dai 3 ai 6 mesi dalla guarigione". Tuttavia, ai fini di un eventuale posticipo della seconda dose di AstraZeneca dopo le 12 settimane previste - se ciò dovesse rendersi necessario - "sono necessari ulteriori verifiche di laboratorio". Non è quindi possibile oggi sapere se chi ha ricevuto soltanto la prima dose del vaccino AstraZeneca sia immunizzato nei confronti del coronavirus Sars-CoV-2 e al sicuro da Covid-19. Mentre Repubblica oggi spiega che se è vero che i casi di trombosi non sono più numerosi fra i vaccinati (30 quelli riportati, su 5 milioni di immunizzati con AstraZeneca) che all'orizzonte si intravede una sindrome rara, all’apparenza contraddittoria, riscontrata in alcuni vaccinati, e che sta causando un calo di piastrine (segnalato anche dall’Ema giovedì scorso fra i possibili effetti collaterali dei vaccini) e la presenza di coaguli del sangue.

Poche piastrine dovrebbero essere associate a sangue fluido, quindi assenza di trombi. «Ma ci sono casi rari in cui le condizioni compaiono insieme, perché le piastrine vengono quasi tutte reclutate nei trombi», spiega Maurizio Margaglione, genetista dell’università di Foggia e membro della Società italiana per lo studio dell’emostasi e della trombosi. 

Sia la donna morta in Danimarca che tre operatori in Norvegia e alcuni in Germania presentavano questa anomala combinazione di piastrine basse e coaguli del sangue. Il numero esatto dei tedeschi colpiti non compare, ma trattandosi di una sindrome rara la statistica deve essere stata sufficiente a convincere un paese come la Germania a ribaltare la scelta iniziale.

"Credo sia legittimo fermare la vaccinazione con un determinato lotto, dipende dai casi e dai dati. Richiamare un lotto può succedere, è normale. Fermare la vaccinazione con tutti gli altri lotti no''. In Inghilterra ''morti legate a trombosi con il vaccino non ce ne sono state, ci sono stati una dozzina di casi con AstraZeneca, qualcuno in più con Pfizer, ma sono numeri che ci si aspetta di vedere su un gruppo di 11 milioni di persone. Nessuno di questi è stato mortale", ha detto a Sky Tg24 Giorgio Gilestro, professore associato di neurobiologia all'Imperial College di Londra. ''I dati che questo vaccino in genere sia sicuro - ha aggiunto poi - sono ormai schiaccianti. Il Regno Unito ha vaccinato più di dieci milioni di persone senza nessun problema apparente. Che ci sia un problema con un lotto può capitare. La sensazione è che la cosa sia sfuggita un po' di mano e che alcune precauzioni rispetto a un lotto siano poi scalate in questo modo irrazionale. Il vaccino AstraZeneca per quello che sappiamo è sicurissimo - ribadisce - è sicuro tanto quanto gli altri. C'è un sistema di farmacovigilanza che è rispettato in qualsiasi Paese, i dati del Regno Unito sono pubblici. Non c'è nessun motivo per pensare che AstraZeneca possa avere problemi''.

Il vaccino AstraZeneca e l'Aifa: come segnalare le reazioni avverse

 "In merito alla segnalazione online sul sito VigiFarmaco.it avremmo necessità di porle alcune domande prima di inserire la stessa nella rete nazionale", dice invece la comunicazione via mail di Aifa a una psicoterapeuta di 49 anni di Roma che ha segnalato reazioni avverse non gravi al vaccino AstraZeneca somministratole oltre tre settimane fa, parte del lotto ABV2856 bloccato quattro giorni fa e riportata dall'agenzia di stampa Ansa. La professionista, che lavora tra l'altro in una comunità per il recupero dei tossicodipendenti ed è assimilata al personale sanitario, ha accusato febbre a 37 e mezzo la prima notte dopo la vaccinazione e il giorno seguente, con dolori articolari e grande senso di spossatezza. Una reazione piuttosto comune al vaccino.

A distanza di una settimana, però, sono arrivati vomito, nausea e cefalea, queste ultime due durate qualche altro giorno, attribuite alla vaccinazione. "Per i vaccini è necessario indicare l'ora di somministrazione - si legge nella lettera di VigiFarmaco -. Ad oggi la reazione avversa è leggermente migliorata? Presenta patologie degne di nota? Assume farmaci o integratori? Se sì quali e con quale dosaggio e indicazione? Riferisce allergie? Ringraziamo in anticipo per la collaborazione e le ricordiamo che qualsiasi informazione aggiuntiva può essere rilevante" In una mail successiva Aifa chiede "quale temperatura è stata raggiunta durante il periodo di febbre e quanto è durata?". "Ho risposto a tutto dicendo che sostanzialmente sto bene - spiega la psicoterapeuta -, ma che ho avuto vomito una settimana dopo e ancora persistono senso di nausea e di amaro in bocca - per il quale prendo fermenti lattici -, oltre a una leggera stanchezza, che non mi sembra significativa". Alcuni colleghi della dottoressa, in particolare quelli più giovani, hanno invece avuto febbre alta, almeno a 39.

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