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Vaccini, questione ritardi e tagli. Pfizer afferma: «Dalla prossima settimana la fornitura del vaccino da parte di Pfizer tornerà a regime»

La campagna e gli obiettivi che erano stati fissati alla fine del 2020, secondo il Governo italiano, saranno da rivedere

Ritardi e tagli fanno esplodere il caso vaccini, al centro della discussione ci sono Pfizer e AstraZeneca. I ritardi della prima uniti ai tagli della seconda porteranno a pesanti le ripercussioni sul piano vaccinale. Come riporta Today, il premier Giuseppe Conte e il commissario per l’emergenza Covid-19 Domenico Arcuri hanno annunciato l’intenzione di muoversi legalmente contro le case farmaceutiche, ma ora il governo è costretto a rimodulare il piano vaccini e a rivedere gli obiettivi dopo i ritardi nella consegna delle dosi da parte dell'azienda farmaceutica americana e dopo i tagli annunciati da AstraZeneca. Conte ha pubblicato anche in post sulla sua pagina Facebook in merito alla questione. 

post Conte sui vaccini-3

Le prime dosi di AstraZeneca, se il vaccino avrà il via libera dell'Ema, arriveranno il 15 febbraio, poi ancora il 28 febbraio e il 15 marzo. In base al piano iniziale, nel primo trimestre del 2021 sarebbero dovute arrivare in Italia, dalle diverse case farmaceutiche, complessivamente 28 milioni e 269mila dosi. Una quantità che non sarà rispettata: entro la fine di marzo le dosi a disposizione saranno meno di 15 milioni, dunque circa la metà di quanto previsto.

AstraZeneca ha confermato la riduzione a causa di un problema alla produzione, un taglio del 60% che, hanno spiegato sia Conte che Arcuri, per l'Italia significherebbe passare da 8 milioni a 3,4 milioni di dosi, alle quali si dovrebbero aggiungere gli 8,7 milioni di Pfizer (se l'azienda americana tornerà alle forniture iniziali) e il milione e 300mila di Moderna. L'impegno prioritario (fase 1), quello di vaccinare entro marzo tutti gli operatori sanitari e sociosanitari, ospiti e personale delle Rsa, over 80 e pazienti fragili, oncologici, cardiologici e ematologici, potrebbe ancora essere centrato. Si tratta, infatti, in tutto di quasi 7 milioni di italiani.

La fase 2 del piano vaccini

Il periodo in cui saranno vaccinate le altre categorie rimane un'incognita: nella fase 2, da aprile a giugno 2021, originariamente sarebbe dovuto toccare ai 13 milioni e 400mila italiani tra i 60 e i 79 anni, i 7 milioni e 400mila con almeno una comorbilità cronica. A questi si aggiunge il personale dei servizi essenziali che in un primo momento rientravano nella fase 3, in programma da luglio a settembre 2021: insegnanti e personale scolastico, forze di polizia, personale delle carceri e detenuti, le persone con patologie di moderata gravità di ogni fascia d’età. Nell'ultima fase che probabilmente avrebbe dovuto prendere il via da ottobre 2021 (fino a dicembre) si sarebbe dovuto procedere con la somministrazione del vaccino alla restante parte della popolazione (con età superiore ai 16 anni).

Le rassicurazioni di Pfizer

L'azienda farmaceutica statunitense, contattata da Sky TG24 avrebbe affermato: «Dalla prossima settimana la fornitura del vaccino da parte di Pfizer tornerà a regime». Pfizer avrebbe poi specificato che «dall'8 al 18 gennaio sono state inviate le fiale previste dal piano di ordinazione, poi c'è stata la riduzione a causa del riadattamento del sito produttivo belga di Puurs. Con la decisione del Governo di somministrare 6 dosi anziché 5, Pfizer ha ridotto il numero di fiale, ma non di dosi previste, che resta lo stesso. Quello che sta accadendo è frutto di un fraintendimento nel conteggio delle dosi che non è il conteggio delle fiale».

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