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Sanità

Scomparso il robot ortopedico da 2,5 milioni di euro noleggiato nel 2020

Dopo due anni l'ortopedia trentina è ancora senza risposte. Zeni (Pd): "Non è possibile perdere tempo per l’inerzia di una cattiva organizzazione. La politica deve supervisionare"

C'era un robot ortopedico da 2,5 milioni di euro che nel febbraio 2020 l'Azienda provinciale per i servizi sanitari aveva deciso di noleggiare. Uno strumento che migliora la precisione e la qualità di una serie di interventi ortopedici, in particolare protesici e di cui il dipartimento di ortopedia aveva richiesto di potersi dotare. Ma dopo due anni gli ortopedici trentini attendono ancora. Che ne è stato del robot?

Pare che nel frattempo ci siano state posizioni diverse, dentro l’ortopedia trentina, rispetto alle modalità di utilizzo del robot, spiega oggi il consigliere provinciale del Pd Luca Zeni che sul tema martedì 12 aprile ha presentato un'interrogazione. C'era chi voleva che il robot fosse stabile in uno degli ospedali della rete e chi chiedeva una rotazione tra i vari ospedali (con una serie di complessità, sia tecniche per lo spostamento, sia di coerenza nell’utilizzo a singhiozzo da parte dei professionisti). Per questo Zeni chiede oggi il motivo del ritardo e se l'assessora alla Salute abbia richiamato il direttore generale a svolgere la sua funzione e decidere quale modello di utilizzo del robot sia più opportuno nel nostro sistema.

"Di fronte a queste diverse posizioni, in un sistema aziendale che funziona, sarebbe naturale aspettarsi che il direttore generale dell’Apss (Antonio Ferro, ndr), sentite le diverse argomentazioni, decida quale soluzione adottare - afferma Zeni -. E se il direttore generale dovesse rimanere inerte, in un sistema istituzionale che funziona, sarebbe naturale aspettarsi che l’assessore alla Sanità (Stefania Segnana, ndr) prenda per un orecchio il direttore generale, peraltro appena confermato con 20mila euro di aumento di stipendio, sollecitandolo a fare quello per cui viene pagato".

Invece il robot non è mai arrivato. Per il consigliere dem la concomitanza con la pandemia non può essere una scusante: "Questi robot - spiega - hanno continuato a essere venduti e utilizzati e pare che recentemente se ne siano dotati anche in Alto Adige e in realtà ospedaliere private trentine. A meno che non fosse un obiettivo proprio quello di rendere più attrattivo il sistema sanitario privato rispetto a quello pubblico".

"In un mondo dove la tecnologia è in continua evoluzione, la sanità, per rimanere all’avanguardia e dare le migliori risposte ai cittadini, deve essere efficiente e tempestiva, non può perdere oltre due anni semplicemente per l’inerzia di una cattiva organizzazione - conclude Zeni -. E la politica ha il dovere di supervisionare e verificare che simili ritardi non avvengano, richiamando con forza il direttore generale alle sue funzioni".

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