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Salute

Dall'Università di Trento tre progetti di ricerca per la lotta alla Sla

Dei sette progetti finanziati da AriSla, la fondazione italiana di ricerca per la sclerosi laterale amiotrofica, tre coinvolgono l'ateneo trentino

Università di Trento in prima fila per la ricerca sulla sclerosi laterale amiotrofica. Ben tre dei sette progetti finanziati da Arisla, la fondazione italiana di ricerca per la sclerosi laterale amiotrofica, coinvolgono infatti l'ateneo trentino. Tra gli studi selezionati ci sono quelli di Alice Migazzi e Manuela Basso, del Dipartimento di Biologia cellulare, computazionale e integrata. AriSla, nata nel 2008, finora ha investito più di 14 milioni di euro, sostenuto 142 ricercatori e ricercatrici e 92 progetti da cui sono derivate più di 277 pubblicazioni scientifiche di rilevante impatto per la comunità scientifica.

Il progetto coordinato dalla giovane assegnista di ricerca Alice Migazzi è Senals. Lo studio pilota esplora approcci innovativi per comprendere meglio i meccanismi di neurodegenerazione e neuroinfiammazione e valutare nuovi approcci terapeutici per rallentare l'invecchiamento prematuro delle cellule che supportano quelle del sistema nervoso centrale.

Lo studio coordinato da Manuela Basso, professoressa del Dipartimento Cibio, si chiama EVTestInALS. È un lavoro di clinica osservazionale che intende identificare nuovi biomarcatori utili per avere indicazioni sulla progressione della Sla. Il progetto è svolto in collaborazione con tre partner: Andrea Calvo del Dipartimento di Neuroscienze Rita Levi Montalcini, Università degli studi di Torino e Aou Città della Salute e della Scienza di Torino; Valentina Bonetto dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, Milano; Francesco Rinaldi del Dipartimento di Matematica Tullio Levi-Civita, Università degli studi di Padova.

Il terzo progetto in cui è coinvolta UniTrento è uno studio pluriennale che ha come obiettivo la verifica sperimentale preclinica di approcci di terapia genica. Si tratta di Gattals, coordinato da Valentina Bonetto dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano, con partner Manuela Basso del Dipartimento di Biologia cellulare, computazionale e integrata dell’Ateneo di Trento.

Lo studio Senals, coordinato da Alice Migazzi del Dipartimento di Biologia cellulare, computazionale e integrata dell’Università di Trento, si pone l’obiettivo di comprendere il ruolo delle cellule gliali (cellule che fornisco supporto e nutrimento ai neuroni) nella progressione della Sla e verificare se l’alterata comunicazione tra neuroni e glia, mediata dal rilascio di vescicole extracellulari (piccole particelle implicate nella comunicazione intercellulare) alterate sia responsabile dell’induzione del danno al Dna e della morte dei neuroni. A tale scopo si verificherà se il ripristino della corretta comunicazione tra cellule gliali e neuroni possa ridurre la tossicità provocata dalla proteina TDP-43. Il progetto sarà finanziato con 59.950 euro e durerà 12 mesi.

Il progetto di ricerca EVTestInALS, coordinato da Manuela Basso del Dipartimento di Biologia cellulare, computazionale e integrata dell’Università di Trento, intende analizzare le vescicole extracellulari (piccole particelle implicate nella comunicazione tra cellule) derivate da sangue periferico e liquido cerebrospinale di pazienti con Sla, raccolte in quattro momenti successivi durante la progressione della malattia, e testare la loro validità come biomarcatori di prognosi e progressione. I dati ottenuti saranno correlati con i dati clinici raccolti per ogni paziente per definire se i cambiamenti rilevati nel sangue riflettano ciò che accade nel cervello. Inoltre, sarà ulteriormente sviluppato un modello di intelligenza artificiale per poter definire la progressione di malattia di ogni paziente e valutare un eventuale miglioramento nel corso di studi clinici. In questo caso, il finanziamento è di 240mila euro, per una durata di 36 mesi.

Infine lo studio Gattals, coordinato da Valentina Bonetto dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano si pone l’obiettivo di verificare in modelli preclinici di malattia (uno di Sla e uno di Sla-demenza frontotemporale) l’efficacia di un approccio di terapia genica che permette di ridurre la tossicità legata a TDP-43, una proteina coinvolta in numerose forme di Sla. Infatti, in studi precedenti, è stato scoperto che la acetil-PPIA, un enzima ampiamente espresso nei neuroni, interagisce con la proteina TDP-43 e ne regola la funzione e il trasporto. In questo caso, la dottoressa Basso dell'Univeristà di Trento sarà partner dello studio. Un progetto finanziato con 240mila euro e che durerà 36 mesi.

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