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Salute Pergine Valsugana

Sla, donato un ecografo al centro NeMo di Pergine

Lo strumento è stato acquistato grazie alle donazioni dei clienti Sparkasse

Di fronte a una malattia ancora inguaribile, nella giornata in cui si celebra in tutto il mondo la speranza per la comunità dei pazienti affetti da sclerosi laterale amiotrofica (Sla), al centro clinico NeMo di Pergine Valsugana è stato donato un ecografo, uno strumento fondamentale per migliorare in modo puntuale e non invasivo la diagnostica sulla malattia. La donazione arriva dall’associazione Aisla assieme a Sparkasse.

L’ecografo è il frutto della campagna di raccolta fondi promossa nel periodo natalizio da Sparkasse. Con il motto “Ci muoviamo per chi non può muoversi e diamo voce a chi voce non ha”, i clienti della cassa di risparmio hanno scelto di donare un euro a ogni prelievo bancomat per un totale di 27mila euro. A questi, la banca ha aggiunto la somma restante per permettere l’acquisto dell’elettromedicale (35mila euro in totale).

“Il messaggio di speranza dello Sla global day è proprio questo: l’invito a operare nel creare le condizioni perché ogni persona abbia valore, al di là di ogni confine che la malattia presenta - ha detto Fulvia Massimelli, presidente nazionale di Aisla -. Sono stati fatti grandi passi avanti nella ricerca e nel sostegno alla cura delle persone malate di Sla, ma non è ancora abbastanza. Sono grata a Sparkasse per questo ecografo: tutti i centri italiani dovrebbero dotarsene”.

La disponibilità di un ecografo al NeMo di Pergine permetterà di intervenire in modo precoce nella gestione dell’insufficienza respiratoria dei pazienti, legata al progressivo indebolimento dei muscoli respiratori e alla disfunzione diaframmatica, causa delle complicanze principali della degenerazione della malattia. Gli studi hanno dimostrato la correlazione tra la funzione diaframmatica misurata con l’ecografo e i test di funzionalità respiratoria. “La riduzione di oltre il 20 per cento dello spessore del diaframma osservato tramite ecografia - spiega il direttore del centro clinico trentino Riccardo Zuccarino - rappresenta un fattore di rischio significativo per l’aumento della quantità di anidride carbonica nel sangue e la riduzione della quantità d’aria nei polmoni durante la notte. Indicatori correlati con la necessità della ventilazione non invasiva nell’arco dei sei mesi successivi. Ecco perché una valutazione periodica della funzione diaframmatica risulta essenziale”.

La cerimonia di consegna è avvenuta nella mattinata di oggi, martedì 21 giugno, presso l’ospedale Villa Rosa. “I Centri NeMo offrono risposte tempestive e all’avanguardia - ha detto l’assessora provinciale alla Salute Stefania Segnana -. La consegna di oggi ci ricorda la nostra responsabilità collettiva che deve continuare a garantire ai pazienti una qualità della vita adeguata, capace di andare oltre la diagnosi”. L’assessora ha assicurato un “impegno costante nella ricerca scientifica e una tecnologia affiancata dall’assistenza medica appropriata”.

Ad oggi in Italia si contano sette centri NeMo (Milano, Roma, Genova, Brescia, Ancona, Napoli e Trento) nati dalla volontà degli stessi pazienti: “Una comunità di persone che ha imparato a fare della fragilità la propria forza, facendo i conti ogni giorno con la sfida del limite imposto dalla malattia”, afferma Alberto Fontana, presidente dei sette centri.

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