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Sanità

Demenze gravi, al via due progetti pilota nelle Rsa di Trento e Pinzolo

Si parte il 4 aprile, la sperimentazione durerà un anno. Ad oggi i nuclei per demenze gravi, convenzionati con l'Apss, sono presenti in 23 Rsa per un totale di 210 posti letto

Un nuovo modello di centro per demenze gravi all'interno delle Rsa, in attuazione di un obiettivo del Piano provinciale demenze. Lo ha adottato venerdì 25 marzo la Giunta provinciale guidata da Maurizio Fugatti, su proposta dell'assessora alla Salute, politiche sociali, disabilità e famiglia, Stefania Segnana. Ad oggi i nuclei per demenze gravi, convenzionati con l'Apss, sono presenti in 23 Rsa per un totale di 210 posti letto.

Prima della diffusione del modello sull'intero territorio trentino verrà avviata una fase pilota che coinvolgerà le Rsa di San Bartolomeo a Trento, una realtà urbana, e quella di Pinzolo, una realtà di montagna. La prima è gestita dall'Apsp Civica di Trento e ha a disposizione 20 posti letto, la seconda è in mano all'Apsp Collini e dispone di 15 posti. La fase pilota partirà il 4 aprile e durerà un anno.

"Si tratta di una revisione innovativa del progetto delle demenze in Trentino - ha spiegato Segnana -: i centri avranno la funzione di assistere persone con demenza, non solo residenti in Rsa, ma anche al proprio domicilio, dovranno diventare un punto di riferimento della rete dei servizi e offrire un valido supporto alle famiglie sul territorio". Il nuovo modello è stato elaborato in collaborazione con il tavolo di monitoraggio del Piano demenze composto da rappresentanti della Provincia, Apss, Mmg, Comunità, Consolida, Upipa, associazioni Alzheimer.

Il lavoro vedrà la collaborazione dell'Rsa con il Centro per i disturbi cognitivi e le demenze, l'unità di valutazione multidisciplinare e i servizi sociali delle comunità di riferimento. È inoltre prevista la presenza di una nuova figura, quella del terapista occupazionale, o terapista della riabilitazione psichiatrica, nonché un aumento delle ore dello psicologo. L'obiettivo è aprirsi al territorio per offrire affiancamento e supporto alle famiglie e costruire percorsi di cura sempre più personalizzati. Proprio per garantire la presenza di queste due figure professionali, il costo annuale è stimato in circa 125mila euro.

La fase pilota sarà monitorata da uno staff di referenti dei servizi coinvolti, coordinati da un referente nominato dall'Apss. È prevista la presentazione di un report alla Provincia a 6 mesi e al termine della fase, sulla base del quale potranno essere apportate modifiche al modello. Il progetto sarà poi trasmesso all'Istituto superiore di sanità, che guarda con interesse a questa sperimentazione.

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