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Venerdì, 19 Aprile 2024
Salute

Covid, la storia di un bimbo nato con gli anticorpi

La mamma del piccolo si era ammalata a marzo mentre era in gravidanza, ha partorito a novembre. Il bambino è sano e ha nel suo organismo gli anticorpi: un nuovo importante indizio. Che cosa sappiamo sul coronavirus nelle donne incinta?

È un caso che sta suscitando un largo interesse in giro per il mondo. Come riporta Today, una donna di Singapore, contagiata dal Sars-Cov-2 a marzo mentre era in gravidanza, ha dato alla luce a novembre un bambino sano e che ha nel suo organismo gli anticorpi contro il virus, offrendo un nuovo importante indizio sulla possibilità che l'infezione possa essere trasferita da madre a figlio.

La donna storia 

L'Organizzazione mondiale della sanità afferma che non è ancora noto se una donna incinta con il Covid-19 possa trasmettere il virus al feto o al bambino durante la gravidanza o il parto. Ad oggi, il virus attivo non è stato trovato in campioni di liquido amniotico o nel latte materno, quindi la notizia che arriva da Singapore è da «prendere con le pinze». Ma potrebbe essere una prova importante.

«Il mio medico sospetta che gli abbia trasferito i miei anticorpi durante la gravidanza», ha detto al giornale Strait Times Celine Ng-Chan, che ha superato il coronavirus dopo aver avuto lievi sintomi. Era stata ricoverata in ospedale e poi dimessa dal National University Hospital (NUH) dopo due settimane e mezzo di trattamenti. Secondo un articolo pubblicato ad ottobre sulla rivista Emerging Infectious Diseases, medici in Cina hanno segnalato il rilevamento e il declino nel tempo degli anticorpi Covid-19 nei bambini nati da donne con coronavirus. La trasmissione del coronavirus dalle madri ai neonati è in ogni caso molto rara, secondo le ricerche dei medici del New York-Presbyterian / Columbia University Irving Medical Center pubblicate  a ottobre su JAMA Pediatrics.

Le ipotesi

Pare che il coronavirus possa passare dalla mamma al feto attraverso la placenta. In questi casi si parla di «trasmissione verticale» dell'infezione Sars-CoV-2. La ricerca era stata effettuata mesi fa da un team di ricercatori coordinati dal professor Fabio Facchetti, direttore del laboratorio di Anatomia patologica dell'Università degli Studi di Brescia e degli Spedali Civili di Brescia. I risultati erano stati pubblicati dalla rivista EBioMedicine del gruppo editoriale The Lancet.

Nel dettaglio, gli studiosi avevano esaminato la placenta di 101 donne che avevano dato alla luce un figlio al Civile nel periodo compreso tra il 7 febbraio e il 15 maggio 2020. Quindici di loro erano risultate positive al virus, 34 negative e 52 non valutabili per mancanza di appositi criteri o per aver partorito prima della dichiarazione della pandemia. La ricerca ha esaminato la proteina spike del virus Sars-CoV presente nella placenta delle donne, focalizzandosi su quella di una giovane ricoverata alla 37esima settimana di gravidanza per la comparsa di febbre e altri sintomi ricollegabili all'infezione da Covid-19.  La neo-mamma, risultata poi positiva al virus, ha dato alla luce un maschio con un parto indotto. Anche il neonato, a 24 ore dalla nascita, è risultato positivo al coronavirus, sviluppando una polmonite con difficoltà respiratoria. La buona notizia è che l'evoluzione clinica è poi stata decisamente positiva.

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