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Sanità

La “desertificazione sanitaria” è arrivata anche in Trentino

Dati poco incoraggianti quelli presentati nel report di Cittadinanzattiva. Mandorino: “Col Pnrr si investa sul personale”

Personale medico: il Trentino e l’Alto Adige non possono dormire sonni tranquilli. Il motivo riguarda la cosiddetta “desertificazione sanitaria”, ovvero la carenza di medici e infermieri, un problema che riguarda tutto il Paese.

Sono otto le regioni che maggiormente soffrono queste situazioni, ovvero Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Calabria, Veneto, Emilia Romagna, Lazio e, appunto, Trentino Alto Adige. Tutto questo emerge nel report di Cittadinanzattiva, che si è basato sui dati del ministero della Salute del 2020.

I numeri di Trento presentano 334 medici di medicina generale, 71 pediatri, 57 ginecologi ospedalieri, 67 cardiologi e 21 farmacisti ospedalieri. Le cose non vanno meglio nella provincia di Bolzano, dove i numeri, ad eccezione dei ginecologi e dei farmacisti ospedalieri, sono inferiori. Dando invece uno sguardo ai rapporti tra medici e popolazione, in Trentino ogni pediatra segue una media di 1082 bambini, 1403 pazienti per medico di medicina generale, 4449 donne e ragazze per ginecologo, 6994 il rapporto tra pazienti e cardiologi (in questo caso, Bolzano tocca quasi quota 225mila) e 25.973 quello dei farmacisti ospedalieri.

Questo il commento della segretaria generale di Cittadinanzattiva, Anna Lisa Mandorino: “Mancano dati certi, aggiornati e facilmente reperibili sulla carenza di personale sanitario e questo non agevola la programmazione degli interventi. Le riforme previste dal Pnrr potranno avere gli effetti sperati se all’investimento su case e ospedali di comunità si affiancherà un adeguato investimento sul personale”.

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