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Approvata nella notte la riforma dei vitalizi

"Non avverto un senso di vergogna ma di necessità per una correzione in meglio" con queste parole il presidente della giunta regionale Ugo Rossi ha concluso, quasi all'alba, la discussione dei due disegni di legge sui vitalizi ai consiglieri regionali. Con 42 voti favorevoli, 20 contrari e 3 astenuti l'aula, blindata, ha approvato

La prima approvazione è arrivata poco prima di mezzanotte,la seconda verso le tre: dopo quattro giorni di discussione il consiglio regionale ha approvato ieri i ddl, ora legge 8 e 9, sull'attribuzione el'attualizzazione dei vitalizi agli ex consiglieri regionali. Il taglio delle attualizzazioni è quello già previsto nella proposta del presidente Diego Moltrer, con una media del 29%, mentre è stata ridotta, rispetto alla stessa proposta, la decurtazione della somma per chi, avendo maturato tre o più legislature, sceglierà di anticipare la pensione: il 2% anzichè il 3% per ogni anno di anticipo da 66 fino a 60 anni di età. La riduzione sale fino al 10% per chi anticipa avendo maturato quattro legislature, praticamente nessuno.

Vi sarà inoltre un tetto al cumulo tra il vitalizio diretto o di reversibilità per la carica di consigliere regionale e quello percepito per cariche nazionali o europee. Il tetto non è stato però fissato: al riguardo è stato respinto l'emendamento di Verdi e PD che prevedeva in limite tra i 5mila d i 7mila euro. L'Ufficio di Presidenza del consiglio regionale dovrà ora stendere un testo unificato per l'adozione delle due nuove leggi. "Quando si crea una legge il risultato vero non é ció che avrebbe dovuto essere e non é, ma tra quello che c´era prima ed ora c´é: l´errore vero era nella legge che siamo andati a correggere" ha detto in conclusione Ugo Rossi "“L´errore é stato corretto non con intento persecutorio, ma correttivo. Il prima aveva un requisito per la maturazione del vitalizio a 55 anni, il dopo a 60 con una penalizzazione. Il prima non aveva un cumulo tra i trattamenti, il dopo ha un cumulo: io non avverto un sentimento di vergogna, ma di necessitá di aver raggiunto un compromesso, perché l´oggettivitá dei fatti dimostra che abbiamo fatto un passo in avanti”.

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