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"L'Università di Trento continua ad escludere i ricercatori"

"assenza perdurante di ascolto e soprattutto di condivisione di tutte le componenti della comunità accademica nella definizione di regole e strategie per il futuro; l'esclusione dei giovani ricercatori"

"L'Università di Trento continua ad escludere i ricercatori". Lo dice Alexander Schuster, già rappresentante dei ricercatori universitari e candidato alle provinciali con la lista Riformisti per l'autonomia - Diritti Opportunità Equità. Il movimento chiederà all'assessore Ugo Rossi un "piano speciale per far fronte all'emergenza giovani", afferma Schuster. Secondo il quale "Con la cosiddetta provincializzazione dell'Università la Giunta in scadenza porta la responsabilità insieme all'allora rettore Bassi e al Senato accademico di un percorso di adozione del nuovo statuto dell'Università degli studi di Trento che è stato unanimente giudicato mal gestito e lesivo della dignità della comunità accademica. Ancora oggi viviamo le conseguenze di quella difficile transizione: l'assenza perdurante di ascolto e soprattutto di condivisione di tutte le componenti della comunità accademica nella definizione di regole e strategie per il futuro; l'esclusione dei giovani ricercatori da ogni forma di partecipazione istituzionale alla vita dell'ateneo. Viene oggi (ieri, ndr) approvato dal Senato accademico il regolamento per il reclutamento dell'Ateneo. Il documento non è solo di assoluta importanza per tutto il futuro della nostra università. Esso lo è soprattutto per quanti da anni aspirano ad essere reclutati e non lo sono se non in forme del tutto precarie. Questi hanno un solo nome: giovani ricercatori, categoria che nel mondo dell'università, oramai, arriva anche oltre i quarant'anni. I vertici dell'Ateneo non hanno fatto circolare il documento per pareri e, così, si è ottenuto quanto è prassi consolidata in fin troppe amministrazioni trentine: la scarsa trasparenza dell'Ateneo e l'assenza di condivisione delle regole della comunità accademica. Non vi è così nemmeno stato modo di verificare quanto di concreto e reale abbiano i proclami di creare reclutamenti e affiliazioni condivisi fra Innsbruck, Bolzano e Trento, annunciati alla prestigiosa cerimonia di Alpbach dell'agosto scorso (per inciso, accordo anche questo introvabile sul sito dell'ateneo). D'altra parte, alla richiesta di ricevere copia della bozza del regolamento discussa all'ultima convocazione del Senato accademico del giugno scorso, il rettorato ha richiesto una formale domanda di accesso agli atti. È questo, evidentemente, l'incoraggiamento a dialogare che riserva via Belenzani a docenti e ricercatori.

"Ancora più grave, tuttavia, è il fatto che non vi è ancora alcun indizio da parte della rettrice della volontà di riconoscere una dignità ai giovani ricercatori che altrove in Italia già c'è. Se oggi viene approvata la Consulta per il personale tecnico-amministrativo, nulla si muove, a quasi sei mesi dall'insediamento della prof.ssa Daria de Pretis, per quanto riguarda la consulta di dottorandi, assegnisti e ricercatori a tempo determinato. Prima la beffa di essere trattati con minor dignità degli stessi studenti, ora il danno di promesse non mantenute. Avevo già denunciato oltre un anno fa che *questo statuto, come nessun'altro in Italia, esclude interamente queste categorie dal governo dell'Ateneo. Ancora oggi questo pessimo primato di Trento non è stato smentito. (...). Infine Schuster chiede di "lanciare con urgenza un piano speciale per recuperare i giovani alla vita politica, economica, culturale e in particolare scientifica del Trentino. A cominciare, anche, da università e fondazioni".

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