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1° Maggio

“Senza lavoro la vita perde sapore”

Diocesi, sindacati e Provincia sono intervenuti nei vari appuntamenti della Festa dei Lavoratori

Nel giorno della Festa dei Lavoratori sia la diocesi che le principali sigle sindacali trentine, così come pure la Provincia, hanno guardato con attenzione a questa ricorrenza. Un chiaro esempio arriva dalle parole dell’arcivescovo di Trento Lauro Tisi, che ha detto: “La festa del lavoro è uno dei pochi riconoscimenti alla fatica e alla bellezza del quotidiano, la celebrazione della normalità come inestimabile valore. Ecco perché quando il lavoro non c’è la vita perde sapore. La dignità di ogni persona, infatti, non è frutto di effetti speciali, ma si costruisce nella fedeltà al giorno dopo giorno, così come la goccia è in grado di scavare la roccia”.

Cgil, Cisl e Uil, riunite a Gardolo per celebrare il 1° maggio, hanno lanciato un appello per far ripartire il dialogo sociale e valorizzare l’Autonomia come propulsore per i diritti, l’inclusione, la crescita economica. Così i segretari Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti: “Ragazzi e ragazze lasciano l’Italia e il Trentino perché qui non trovano opportunità. Così però la nostra terra si impoverisce perché per quanti vanno via pochissimi ne arrivano. Dobbiamo coinvolgere i giovani, ascoltarli, perché il futuro appartiene a loro e l’autonomia può essere un punto di forza. Un buon lavoro c’è solo dove si crea ricchezza collettiva e l’autonomia in questo ha un ruolo fondamentale perché non è solo una dotazione finanziaria, sono competenze che dobbiamo usare per migliorare il modello di sviluppo della nostra terra, coniugando crescita e coesione sociale. L’autonomia è un fattore di propulsione dei diritti, dell’inclusione sociale, della crescita economica”.

I giovani in rapporto al lavoro sono stati al centro anche del discorso dell’assessore provinciale allo sviluppo economico Achille Spinelli, intervenuto alla Festa dei Lavoratori del Polo artigianale di Santa Margherita di Ala: “I giovani hanno idee forti e approcciano il mondo dell’innovazione, della tecnologia e anche del lavoro in modo diverso e originale. Dobbiamo saperli ascoltare per costruire qualcosa di nuovo, per rifondare le basi del lavoro in un Paese che in passato ha guardato ai benefici immediati delle persone tutelate dimenticando di pensare al futuro, che è dei giovani, creando con loro uno spazio non solo lavorativo, ma più in generale di vita. Una dimensione di equilibrio sostenibile tra occupazione, sicurezza sul lavoro, famiglia. Dobbiamo quindi puntare su retribuzioni decorose e su ambienti di lavoro sani e sicuri. Per fare questo è necessario partire dalle scuole, formando i nostri ragazzi attraverso le iniziative che premiano dirigenti scolastici, insegnanti e gruppi che si impegnano sul tema della sicurezza negli ambienti di lavoro”.

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