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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Fugatti al Festival: "Sì all'autonomia delle Regioni che hanno i conti a posto"

Autonomia alle altre Regioni, ma solo a chi ha i conti a posto. Così il presidente del Trentino, che ora ipotizza anche la competenza provinciale sull'ordine pubblico

Dopo scuola, strade e sanità la prossima competenza che il Trentino vorrebbe ottenere dallo Stato è quella sull'ordine pubblico. A dirlo è il presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti al Festival dell'Economia in un incontro sul decentramento. Una Polizia completamente trentina? Forse l'ipotesi è un po' azzardata, ma sull'amministrazione della Giustizia il Trentino ha già avanzato richieste. Inoltre l'attuale presidente, espressione della Lega, si trova ad affrontare il tema dell'Autonomia doven do tener conto delle richieste delle due regioni vicine, Veneto e Lombardia, dove si è votato a favore dell'autonomia sul modello trentino.

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E se Veneto e Lombardia costituissero un precedente per le altre regioni? Che fine farebbe l'Italia unita che si celebra proprio in questi giorni? L'Emilia Romagna, com'è noto, potrebbe essere la prossima. Per Fugatti il discrimine è solo uno:  “Alle Regioni ordinarie che non hanno i conti a posto non va concessa l’autonomia. Veneto, Lombardia e Emilia Romagna hanno già dimostrato, ad esempio con la sanità, di avere le competenze e la capacità per l’assegnazione di deleghe importanti da parte dello Stato italiano. E il Trentino potrebbe essere un modello di riferimento perché noi siamo favorevoli alla concessione dell’autonomia ad altre Regioni".

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Autonomia delle altre regioni, opportunità anche per il Trentino. E' questo lo slogan con il quale la Lega in provincia di Trento si è sempre espressa sulla questione. "Nessun dubbio sul fatto che l’Autonomia rappresenti un’opportunità di crescita per il territorio. Nel 1970 il Trentino aveva un reddito pro capite pari al 78% della media nazionale, oggi siamo al 125%. Tutto questo conservando le deleghe che raggiungono oltre il 90% delle competenze e a fronte di un calo consistente delle risorse riconosciute dallo Stato. I recenti accordi con lo Stati italiano  hanno portato ad un ridimensionamento importante delle nostre risorse, passate dal 90 al 70% delle imposte pagate sul nostro territorio. Oggi gestiamo le stesse competenze con risorse minori e questo è possibile grazie ad una ulteriore crescita dell’efficenza e a risparmi” ha concluso Fugatti.

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