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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Terza preferenza, chiesto l'intervento delle ministre del governo Draghi

Appello della Commissione pari opportunità alle donne dell'esecutivo nazionale

Nuovo capitolo sulla reintroduzione della terza preferenza nella legge elettorale provinciale. Dopo l'ok arrivato dalla Prima commissione tra le polemiche dei rappresentanti della minoranza che avevano abbandonato l'aula, ora la Commissione pari opportunità (che già si era espressa in senso contrario), chiede l'intervento delle donne che fanno parte del governo Draghi.

L'appello, firmato dalla presidente della Commissione pari opportunità Paola Taufer, è rivolto alle ministre Elena Bonetti, Marta Cartabia, Mariastella Gelmini e Luciana Lamorgese. Secondo la Commissione, il ddl che ha l'obiettivo di reintrodurre nella legge elettorale trentina la terza preferenza sarebbe "una concreta minaccia per la democrazia paritaria del Paese e una misura peggiorativa rispetto allo standard nazionale”. 

Nella lettera la presidente ricorda che la doppia preferenza di genere introdotta nel 2017 era stata salutata dalla Cpo con soddisfazione assieme al principio della rappresentanza paritaria dei sessi nelle liste elettorali. Per questo le componenti della Commissione si dicono molto sconcertate da quanto è accaduto in Prima commissione del Consiglio dove, il 19 ottobre, il ddl è stato approvato.

"La Cpo - si legge nella lettera - si è già più volte espressa nelle opportune sedi su questo intervento legislativo, evidenziando le ricadute sulle donne e in generale sulla democrazia rappresentativa". Una posizione che la Commissione ha espresso in audizione in Prima commissione il 10 maggio scorso, ma della quale - così come per altre valutazioni di esponenti della società civile e dell’accademia - non è stato tenuto conto.

Un disegno di legge per il Cpo che segue una logica regressiva: "A nostro avviso - continua la lettera - il meccanismo finirà con il riproporre prassi discriminatorie nei confronti delle donne". Secondo la Commissione la tripla preferenza va a favore di due candidati maschi, diminuendo così le chances delle donne. La doppia preferenza di genere del resto, si afferma, ha dato buona prova nelle elezioni del 2018 aprendo le porte del Consiglio ad un numero maggiore di donne, anche se lo squilibrio permane.

Le componenti della Cpo chiedono dunque alle ministre di "adoperarsi per evitare che il principio di parità di accesso alle cariche elettive, che trova fondamento nella Costituzione, possa subire arretramenti nella Provincia autonoma di Trento e che non costituisca un esempio negativo anche per altre Regioni e Province a statuto speciale, ingenerando un effetto cascata di cattive prassi che comprometterebbero l’unità giuridica nazionale".

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