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La questione

Strutture sanitarie e no-vax, Ambrosi interroga il Consiglio: secca risposta di Segnana

Scontro in Consiglio tra Segnana e Ambrosi in merito a quanto emerso durante un'inchiesta di "Fuori dal Coro"

Torna a far discutere la questione delle "cure negate a persone senza vaccino" emersa durante una puntata di fine gennaio del programma "Fuori dal coro". La giornalista Raffaella Regoli, nel corso del suo servizio, aveva intervistato anche Roberto, un uomo di 66 anni che avrebbe dovuto ricevere un intervento all'anca il 10 febbraio 2022 in provincia di Trento e che, come si sente nel video in cui si vede l'uomo che contatta le strutture, alla domanda se fosse necessario essere vaccinati gli viene risposto che: "non abbiamo indicazione di specifico, certo è che l'unico nostro inghippo per chi non ha la vaccinazione è che non avrei una struttura in questo momento dove inviarla per riabilitazione".

Il giorno dopo la messa in onda del servizio, l'Azienda provinciale per i servizi sanitari ha preso le distanze dalla faccenda, puntualizzando che "Apss smentisce categoricamente che direzioni mediche, primari o coordinatori dei singoli reparti abbiano dato indicazioni di negare l’assistenza o i trattamenti chirurgici a persone non vaccinate". Anche la Fp Cgil, alcuni giorni dopo, si era pronunciata a sostegno dei lavoratori del settore, chiedendo di evitare strumentalizzazioni e fermare "una deriva che sta avvelenando sempre più la nostra società, alimentando conflitti e mettendo sempre più in crisi proprio il nostro sistema sanitario e chi ci lavora".

Il consigliere provinciale Alessia Ambrosi (FdI) ha presentato un'interrogazione in merito alla faccenda e la stessa è stata discussa durante il Consiglio di martedì 8 febbraio. Il testo dell'interrogazione:

"Nella serata di martedì 25 gennaio la trasmissione “Fuori dal Coro”, in onda su Rete 4, ha trasmesso un servizio dal titolo “Senza vaccino, niente cure: lo scandalo si allarga”, i cui contenuti sono stati ripresi anche nella puntata successiva di martedì 1 febbraio. Da quanto emerge da questo servizio parrebbe che all’interno del reparto di ortopedia di Cles non possano essere operate le persone non vaccinate. Per quanto riguarda invece la riabilitazione post operazione, parrebbe che strutture riabilitative come la Casa di cura Eremo, l’Ospedale San Pancrazio, nonché la Casa di cura Villa Regina ad Arco non accolgano persone non vaccinate in virtù di un non ben determinato protocollo provinciale e della carenza di posti letto da destinare a questa categoria di persone. Alla luce delle numerose richieste di informazioni pervenute alla sottoscritta, si interroga la Giunta per sapere se quanto emerso dalla trasmissione “Fuori dal Coro” corrisponda al vero e dunque se in Trentino vi siano ospedali e strutture sanitarie o sociosanitarie che non accettano persone non vaccinate". 

A rispondere all'interrogazione di Ambrosi è stata l'assessore Stefania Segnana che ha ricordato quanto precisato dall'Azienda provinciale per i servizi sanitari il giorno successivo alla messa in onda della puntata. L'Apss infatti, con una nota, "smentiva in maniera ferma e categorica" come sottolineato Segnana "che siano mai state date indicazioni di negare l'assistenza o i trattamenti chirurgici a persone non vaccinate".

La risposta di Segnana

"I protocolli aziendali non prevedono di raccogliere obbligatoriamente in anamnesi l'informazione sullo stato vaccinale del paziente - ha spiegato Segnana durante il Consiglio -. Anche se succede spesso che siano gli stessi pazienti a comunicare liberamente il proprio stato vaccinale nel colloquio con il personale sanitario. Quello che viene richiesto per le procedure chirurgiche è l'esito di un tampone, per determinare l'eventuale contagiosità del soggetto e intraprendere le opportune misure di prevenzione della diffusione del virus per la tutela degli operatori, delle altre persone ricoverate e del paziente stesso. I soggetti positivi vengono comunque operati, qualora si tratti di interventi urgenti. Mentre vengono rinviati fino a guarigione se si tratta di interventi programmati".

L'Apss, sempre secondo quanto affermato da Segnana, avrebbe anche verificato che: "dalla direzione aziendale risulta che nell'ultimo mese nelle unità operative di Cles e di Tione sono stati operati molti pazienti indipendentemente dallo stato vaccinale. Sia in programmato, sia in urgenza. Non risultano inoltre discriminazioni di pazienti non vaccinati nelle strutture private accreditate citate nel servizio televisivo e dall'interrogante". 

L'assessore ha poi concluso dicendo che: "Sono del tutto inaccettabili alcune offese e minacce arrivate nei giorni scorsi a infermieri e medici dei due reparti citati nel corso della trasmissione. Questa per me è l'occasione per esprimere la mia personale vicinanza e solidarietà al personale che da tanto tempo è in prima linea e ha sacrificato tanta parte della vita personale ad assistere tutti i malati. Covid e non". 

Contraccolpo di Ambrosi

Il consigliere Ambrosi non ha apprezzato la risposta dell'assessore Segnana e, anzi, ha replicato affermando: "Mi aspettavo una risposta un po' più chiara, perché chiare sono state le immagini così come i filmati che tutti abbiamo visto nella trasmissione 'Fuori dal Coro'. Filmati che hanno evidenziato, perché le immagini ci sono e le hanno viste tutti, anche qui nel nostro Trentino una situazione comunque assurda e inaccettabile". 

Per il consigliere è assurdo e inaccettabile: "Rifiutare illegalmente, secondo non si sa quali protocolli, le cure a chi ha scelto o ha dovuto non vaccinarsi. Non mettiamo ovviamente in discussione, soprattutto nei momenti di picco della pandemia, la necessità di ricorrere a misure che limitino i contagi come giustamente ha fatto ed è doveroso farlo, perché in primis c'è il bene comune. Tuttavia, anche di andare a rifiutare le cure a un non vaccinato, quando per essere sicuri della sua positività bastava un tampone, non è degno di un paese civile e di una provincia che si rispetti. Si tratta della perdita totale di umanità di fronte alla quale non possiamo stare in silenzio. Il diritto alle cure, il diritto alla dignità della persona". E poi Ambrosi ha concluso leggendo parte del giuramento di Ippocrate.

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