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Già 19 morti sul lavoro dall'inizio dell'anno. Il M5S rilancia il fondo per la sicurezza

Il consigliere Marini: "I soldi delle multe dovrebbero servire ad evitare infortuni e a scongiurare morti"

Sono già 19 le morti sul lavoro accertate in Trentino-Alto Adige nel 2021. Un dato che piazza la regione tra quelle a rischio più alto se paragonato con il totale della popolazione. In Italia, nello stesso periodo, le vittime sul lavoro sono state 910. "L’emergenza è sotto ai nostri occhi quotidianamente. Quest’anno, da gennaio a settembre, sono 910 gli infortuni mortali (compresi gli infortuni mortali in itinere che sono 179). Un vero bollettino di guerra che non conosce tregua. Così la vita di molti lavoratori è come un’esistenza in trincea, sempre sotto il fuoco nemico" dice Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre. 

Da gennaio a settembre del 2021 sono 910 le vittime sul lavoro registrate in Italia; di queste, sono 731 (– 5,8% rispetto al 2020) quelle rilevate in occasione di lavoro, mentre 179 (+ 18,5% rispetto al 2020) sono quelle decedute a causa di un incidente in itinere. Rispetto a fine agosto 2021, ci sono 138 vittime in più nel mese di settembre.

Anche in questo contesto si inserisce l'ultima proposta del MoVimento 5 Stelle trentino, che tramite il consigliere Alex Marini ha presentato un'interrogazione per fare chiarezza sulla tipologia e il numero di sanzioni per violazioni delle norme in fatto di igiene e sicurezza sul lavoro. Soldi che dovrebbero poi finanziare un fondo a tutela dei lavoratori dipendenti e autonomi.

"Il 27 ottobre scorso il tribunale di Trento ha condannato il titolare di un’impresa di taglio piante per aver cercato di occultare un infortunio mortale avvenuto nei boschi di Sagron Mis. La vittima, un lavoratore in nero che dopo essere stato colpito da un cavo era stato sbalzato per una ventina di metri con gravissime lesioni. Invece di prestare i soccorsi del caso, avvertendo tempestivamente le autorità, l’imprenditore aveva dato ordine di trascinare il ferito fuori dal cantiere di taglio, e solo a quel punto aveva provveduto a segnalare l'evento, dichiarando di non conoscere la persona che lui stesso aveva assunto. Si tratta di una vicenda che illustra con estrema chiarezza le problematiche connesse agli infortuni sul lavoro e alla violazione delle norme a tutela della sicurezza dei lavoratori e che porta alla ribalta una volta di più la necessità di intervenire in maniera più efficace rispetto a questa piaga".

Da tempo il M5S - scrive lo stesso Marini - si batte affinché la Provincia di Trento, come previsto dalle leggi nazionali e come già avvenuto in Alto Adige, provveda a istituire un fondo per la sicurezza sui luoghi di lavoro finanziandolo con le risorse reperite dalle multe comminate a chi viola le norme poste a tutela dei lavoratori.

Sul tema era stata approvata una risoluzione che riprendeva i contenuti di una proposta che ha dato mandato alla Provincia a provvedere ad un utilizzo finalizzato delle risorse derivanti dalle sanzioni a seguito di violazione delle norme antinfortunistiche e valutare in tal senso l'istituzione di un fondo per la sicurezza sul lavoro. In coerenza con tale impegno, il M5S ha formulato un Disegno di Legge di prossima discussione in Consiglio.

"Con l'ultima interrogazione - conclude Marini - aggiungiamo un ulteriore tassello, chiedendo di rendere pubblico a quanto ammontino le multe comminate in Trentino ogni anno per violazione delle norme sulla sicurezza e come esse vengano spese. Quei soldi dovrebbero servire ad evitare infortuni anche gravissimi e a scongiurare morti, invece a oggi non si sa bene che fine facciano finendo nel calderone della spesa pubblica". 

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