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Caso Russell: Rossi scrive a Salvini

Dopo il caso, e relativa eco mediatica, di una professoressa del liceo di Cles che avrebbe dato della "piccola Salvini" ad una studentessa il presidente della Provincia, ed assessore all'Istruzione, scrive all'onorevole: "Nessuno ha pronunciato il suo nome, in Trentino rispettiamo tutti, anche gli stranieri"

E' sempre più "botta e risposta" tra Salvini e il Trentino: dopo il caso della "gogna" su facebook per l'hotel Nevada è il presidente Rossi a scrivere al leader del carroccio riguardo ad un altro caso che ha avuto grossa eco mediatica (non su questo sito): la vicenda di una studentessa del Liceo Russell di Cles che sarebbe stata apostrofata dalla professoressa con la frase "sei una piccola Salvini" durante un dibattito sull'immigrazione. La docente ha detto di non aver mai pronunciato una simile frase ma la notizia ha fatto il giro della rete. Tanto da suscitare la risposta formale di Rossi, assessore provinciale all'istruzione: "Le scrivo in relazione alla vicenda occorsa al liceo Russell di Cles, che ha avuto come Lei sa un'amplissima eco mediatica, generando reazioni invero piuttosto inquietanti soprattutto sui social network - scrive Rossi - Come presidente della Provincia autonoma di Trento e responsabile per il settore all'istruzione posso assicurarLe che abbiamo raccolto tutte le informazioni utili su quanto è avvenuto. Ci siamo inoltre confrontati con il dirigente scolastico, che ci ha manifestato la sua preoccupazione in merito ai ripetuti messaggi offensivi e alle minacce pervenute alla scuola attraverso i canali del web".

"Vorrei dirLe innanzitutto che le cose non sono andate così - prosegue la  lettera - come una parte degli organi di informazione le ha riferite. Nessuna frase che riguardasse la Sua persona e la formazione politica che Lei rappresenta è stata pronunciata, e nessuna umiliazione è stata inferta ad una studentessa per avere espresso la propria opinione durante una discussione in classe. In Trentino rispettiamo le idee di tutti, e se ci sforziamo, anche nei confronti degli stranieri, di esercitare le virtù dell'accoglienza e del riconoscimento della pari dignità di ciascuna persona, a maggior ragione sposiamo questi principi nel contesto delle funzioni educative e formative. 
Temi come quello dell'immigrazione si prestano naturalmente a confronti anche molto accesi, dentro e fuori la scuola. Ma è nostra cura e responsabilità far sì che - specie in un contesto come quello di un'aula scolastica - ognuno possa esporre liberamente le proprie idee e siamo certi che il professore al centro della vicenda non sia venuto meno ai propri doveri. Ho ritenuto opportuno pertanto scriverLe per rassicurarLa in proposito e rimango a disposizione per un eventuale confronto personale per chiarire in via definitiva gli spiacevoli equivoci che si sono creati e restituire alla stessa scuola la necessaria tranquillità".

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