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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Il referendum di domenica sulla giustizia, spiegato facile

Domenica 12 giugno dalle 7 alle 23 siamo chiamati a decidere su cinque quesiti a tema giustizia

Domenica 12 giugno gli italiani sono chiamati alle urne per decidere sul futuro della giustizia attraverso cinque quesiti referendari abrogativi. Le urne saranno aperte dalle 7 alle 23.

Per spiegare in maniera facile i tutt'altro che semplici temi in ballo, Alberto Pezzella, giornalista e videomaker di Today, ha realizzato una video-news.

Di seguito i cinque temi al centro del referendum sulla riforma della giustizia.

1. Abrogazione delle disposizioni in materia di incandidabilità 

Il quesito propone l'abolizione del decreto legislativo Severino sulla incandidabilità, ineleggibilità e decadenza automatica per i parlamentari, per i rappresentanti di governo, per i consiglieri regionali, per i sindaci e per gli amministratori locali in caso di condanna.

2. Limitazione delle misure cautelari

Si propone di limitare la carcerazione preventiva - ovvero la carcerazione eseguita in maniera cautelare prima di giungere a una sentenza per il pericolo di "recidiva" - solo ai reati più gravi.

3. Separazione delle funzioni dei magistrati

Si propone lo stop totale alla possibilità per i magistrati di passare, nel corso della carriera, dalla funzione requirente (quella esercitata dai magistrati in qualità di pubblici ministeri, ovvero come pubblica accusa) a quella giudicante (quella esercitata dai magistrati in qualità di giudici chiamati a emettere le sentenze nei processi) e viceversa. Se vincerà il sì, il magistrato dovrà scegliere all’inizio della carriera per quale funzione optare e dovrà mantenere quel ruolo durante tutta la sua vita professionale.

4. Riforma del Consiglio superiore della magistratura

Il Consiglio superiore della magistratura (Csm) è l’organo di autogoverno dei magistrati e ne regola la carriera. Per due terzi è composto da magistrati eletti. Con il sì al referendum si vorrebbe eliminare il peso delle correnti al suo interno nella selezione delle candidature. Verrebbe infatti abrogato l'obbligo per un magistrato che intende candidarsi alle elezioni per i togati al Csm di trovare da 25 a 50 firme per presentare la propria candidatura.

5. Il voto degli avvocati nei consigli giudiziari sulle valutazione dei magistrati

Oggi la valutazione della professionalità e della competenza dei magistrati spetta al Csm che decide sulla base di valutazioni fatte anche dai Consigli giudiziari. Con il referendum si vuole estendere anche ai rappresentanti dell’università e dell’Avvocatura nei Consigli giudiziari la possibilità di avere voce in capitolo nella valutazione.

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