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Reddito di Cittadinanza sotto accusa, Rossato (FDI): "ha fallito"

A livello nazionale, le posizioni sono molto diverse tra chi lo apprezza, chi ne chiede la modifica e chi lo vorrebbe superare. Rossato spinge verso il rendirizzamento delle risorse sui fondi del Reddito di Emergenza

Il Reddito di Cittadinanza è sulle bocche di tutti da tempo, ormai. Il dibattito politico prosegue anche ad agosto, con chi ne chiede modifiche, chi la superazione e chi lo difende con forza nonostante le criticità. Che la misura non piaccia a tutti è assodato, ma fin da quando è nata. Note di disappunto sulla misura arrivano anche dal consigliere provinciale del Gruppo Fratelli di Italia, Katia Rossato che ritiene che la stessa abbia fallito.

Per spiegare le motivazioni di una conosiderazione così rigida, Rossato ha ricordato alcuni fatti di cronaca nei quali, come dettaglio, è emerso che le persone arrestate e denunciate, o i parenti a loro vicini, percepivano il reddito di cittadinanza, anche se pare non ne avessero effettivamente bisogno: "Nessuno di noi ha dimenticato il viso sorridente e spensierato di Willy Monteiro Duarte, il 21enne brutalmente pestato a morte a Colleferro lo scorso 6 settembre solo perché aveva tentato di difendere un amico - afferma Rossato -. Fra gli assassini del giovane vi sono i fratelli Bianchi, che amavano ostentare auto di lusso, vestiti griffati e vacanze da sogno nonostante si dichiarassero al fisco praticamente nullatenenti, motivo per cui i genitori ricevevano (e a quanto emerge dalle intercettazioni di uno dei fratelli in carcere, ricevono ancora) il reddito di cittadinanza".

Non solo il caso Duarte, le pagine della cronaca sono spesso state arricchite da questo dettaglio, anche in Trentino. "Purtroppo però, questi atti vergognosi non avvengono solo in altre parti d’Italia, ma anche nel nostro Trentino - ricorda Rossato -. È finita infatti in manette per sfruttamento della prostituzione la maitresse di origine brasiliana, per il fisco disoccupata, che operava a Gardolo e aveva ottenuto il reddito di cittadinanza perché “senza lavoro”, nonostante guadagnasse più di diecimila euro al mese come frutto dell’attività criminale. Per i tantissimi episodi che vengono alla luce, chissà quanti ve ne saranno che restano impuniti, consentendo a chi non ne avrebbe i requisiti di percepire indebitamente il reddito di cittadinanza".

Un recente rapporto della Caritas evidenzia come il 56% dei poveri in Italia non usufruisca del Rdc (con la maggior parte delle famiglie escluse che risiede al Nord), mentre ben un terzo dei beneficiari non è povero. "La misura è colma - sottolinea Rossato -: non possiamo più tollerare che tali sussidi dello Stato finiscano nelle mani di criminali, spacciatori, mafiosi ed in generale di chi non possiede i requisiti, magari unendo il sussidio al lavoro nero. Si tratta di uno schiaffo a tanti cittadini onesti che lavorano per portare a casa un salario spesso appena sufficiente per arrivare a fine mese. In un Paese con un mercato del lavoro in perenne stagnazione vi è qualcosa di profondamente immorale ed antieconomico nel reddito di cittadinanza. Immorale perché, prove alla mano, sta premiando il parassitismo di alcuni individui sulle spalle della collettività; antieconomico perché ora avremmo bisogno di misure che stimolino la crescita, non di paghette e spese improduttive".

Durissimo il colpo di Rossato contro la misura di sostegno che, va precisato, aiuta anche molte persone in reale difficoltà. Il consigliere sostiene, però, che il redditto di emergenza sia già sufficiente e spinge verso lo spostamento delle risorse economiche dal fondo del Rdc a quello di emergenza. "Esiste già il reddito d’emergenza per le famiglie in gravissima difficoltà - conclude Rossato -, perché non spostare i fondi dedicati al reddito di cittadinanza per sgravare il cuneo fiscale sulle imprese, magari incentivando con maggior vigore l’assunzione dei giovani (fra cui 1 su 3 non lavora), o favorire gli investimenti in un Paese con atavici problemi di produttività? Come possiamo aspettarci che gli individui che percepiscono il reddito di cittadinanza trovino lavoro se i centri per l’impiego pubblici continuano a dimostrare una totale incapacità di intercettare le istanze del sistema economico? È ormai evidente: il reddito di cittadinanza ha fallito. Il Pnrr deve essere un’occasione per riformare il nostro sistema incancrenito, perché non puntare su sgravi fiscali ed incentivi al lavoro per i giovani, piuttosto che restare fermi sui sussidi?".

Rapporto Caritasi RDC 2021-2

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