Lo scorso 7 febbraio il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia ha presentato un disegno di legge, a firma di Katia Rossato, destinato sicuramente a far discutere: l’obiettivo è quello di introdurre in Trentino il divieto di avere con sé animali da compagnia se si fa accattonaggio.

Niente cani, quindi, per i clochard? Così i consiglieri di FdI: “Gli animali, in quanto essere viventi e senzienti con diritti legalmente riconosciuti a livello nazionale e internazionale, presentano determinate esigenze che debbono dunque essere rispettate. Tali bisogni non sono meramente legati alla necessità fisiologiche dell’animale, ma altresì e soprattutto all’importanza che esso conduca la propria esistenza in piena serenità, senza vedere la propria salute menomata dalle esigenze economico-finanziarie di alcuni soggetti o di organizzazioni dedite all’illecito e al traffico di animali”.

Alla base del ddl c’è la considerazione che gli animali “utilizzati per la pratica dell’accattonaggio, oltre a subire maltrattamenti fisici e psicologici fin dalla tenera età, spesso sono sfruttati e coordinati dalla criminalità organizzata che si avvale del medesimo animale in luoghi diversi al fine di conseguire un profitto dall’accattonaggio di un soggetto terzo, senza che esso possa effettivamente trarne un profitto utile a sopperire ad un’effettiva condizione d’indigenza”.

L’obiettivo è quello di introdurre il divieto di utilizzare animali per chi fa accattonaggio, pena una multa da 400 a 800 euro. Logicamente, ora il testo dovrà passare all’esame del consiglio provinciale e quindi è presto per trarre delle conclusioni ma, come detto, è difficile pensare che una proposta del genere non innescherà discussioni tra le varie forze politiche o, comunque, perplessità. Ad esempio, come può un senzatetto che chiede l’elemosina con accanto il proprio cane pagare una multa elevata se, a tutti gli effetti, risulterà nullatenente? Anche questo, probabilmente, sarà un tema di discussione.