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"Più lavoro e meno assistenzialismo"

"Ho letto con piacere le parole del capoufficio presso i servizi sociali Nicola Pedergnana in merito al problema delle persone senza fissa dimora che non hanno un posto dove dormire. Infatti ha annunciato che i posti letto saranno ampliati pur non aumentando le risorse pubblico per l’accoglienza. Questo sarà possibile solamente coinvolgendo gli utenti e passando da una logica dell’assistenza a quella della responsabilità condivisa. Questa è la strada maestra che indichiamo da anni non solo a parole ma anche con documenti presentati al consiglio comunale. Infatti recentemente avevo presentato un ordine del giorno che chiedeva proprio di passare a una logica del lavoro e del ripristino delle possibilità della famiglia di provvedere da sola ai propri bisogni in modo dignitoso"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TrentoToday

Riceviamo e pubblichiamo

Ho letto con piacere le parole del capoufficio presso i servizi sociali Nicola Pedergnana in merito al problema delle persone senza fissa dimora che non hanno un posto dove dormire. Infatti ha annunciato che i posti letto saranno ampliati pur non aumentando le risorse pubblico per l'accoglienza. Questo sarà possibile solamente coinvolgendo gli utenti e passando da una logica dell'assistenza a quella della responsabilità condivisa.

Questa è la strada maestra che indichiamo da anni non solo a parole ma anche con documenti presentati al consiglio comunale. Infatti recentemente avevo presentato un ordine del giorno che chiedeva proprio di passare a una logica del lavoro e del ripristino delle possibilità della famiglia di provvedere da sola ai propri bisogni in modo dignitoso.

Nel documento ho cercato di puntare il dito contro questa logica perversa che si avvita in un circuito chiuso e che dilapida una enormità di risorse pubbliche! Ho chiaramente fatto riferimento ai dati ed alle varie testimonianze raccolte nel tempo di soggetti che sono ricorsi all'ausilio dei servizi sociali per loro problematicità economiche e pur sforzandomi di ricercare nei recessi della memoria del vasto campione di utenza sondato, insieme al gruppo di lavoro che con me collabora, non sono riuscita a ricordare una sola persona che avesse trovato un lavoro grazie all'aiuto dei servizi sociali. A comprova di ciò, nel RAPPORTO SOCIALE 2001 - 2011 del Comune di Trento si dedica 1 solo paragrafo agli interventi nel settore lavoro, mentre se ne dedicano 9 agli "interventi integrativi delle funzioni famigliari" e 7 agli "interventi sostitutivi delle funzioni familiari". Con ben 16 paragrafi dettagliati, si potrebbe pensare che il Comune sia molto più bravo ad entrare nelle famiglie per dire loro come educare i loro figli o addirittura sostituirsi ad esse, piuttosto che aiutare le persone e le famiglie in difficoltà con un lavoro dignitoso. Inoltre abbiamo scoperto che il TAVOLO DI LAVORO SULL'OCCUPAZIONE E L'OCCUPABILITÀ (iniziativa lodevole a livello provinciale nata nel lontano 2005) ha prodotto un seminario, un incontro e due opuscoli in più di cinque anni di attività. La quantità di iniziative rivolte al lavoro e allo sviluppo economico sono una chiara dimostrazione delle priorità del Comune di Trento. Infatti nel Bilancio di previsione del 2012 si stanziano 26 milioni 644 mila euro per assistenza, beneficienza pubblica, servizi diversi alla persona e 908 mila euro per tutti i servizi nel campo dello sviluppo economico, la politica locale spinge pertanto con la leva economica più nel settore assistenzialistico piuttosto che in quello di azionamento/leva dello sviluppo economico ad ogni livello e con ogni mezzo (progetti mirati e specifici con co-finanziamento stanziamento di fondi europei compresi).

Sono felice di vedere che ci siano dei segnali di un cambiamento di rotta quanto meno di una rinnovata mentalità anche da parte di soggetti autorevoli che da anni lavorano nel sistema assistenzialistico. Infatti in un mio recente ordine del giorno collegato alla delibera di trattazione della proposta di bilancio intitolato "Sostenere il lavoro e le famiglie" chiedevo appunto di incentivare e ridare nuovo impeto al Tavolo di lavoro sull'occupazione e l'occupabilità al fine di individuare eventuali iniziative, progetti, campagne adatti al Comune di Trento volte a favorire e sostenere l'occupazione, e di promuovere la formazione dei membri dei servizi sociali al fine di orientare la priorità di intervento degli stessi verso forme di sostegno e promozione dell'occupazione e della famiglia. Peccato che l'assessore Plotegher abbia respinto la proposta che si sostanziava anche, a questo punto, con la forma mentis di alcuni suoi collaboratori del sociale, rispondendo che il compito dell'assistente sociale non è per tale fine. Mi auguro che questo cambiamento non sia dettato solo da motivi elettorali o promozionali ma dalle parole si passi ai fatti concreti.

Gabriella Maffioletti

Consigliere comunale di Trento e delegata nazionale di Adiantum per i rapporti con gli Enti locali

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