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Accordi sottobanco Pd-Svp per lo Stelvio: "Un patto scellerato"

La Lega per l'abolizione della caccia giudica l'accordo "azione di politica di sottobanco" che cancella 77 anni di gestione unitaria. L'associazione è contraria allo smembramento "per fare favori a chicchessia"

La Lega per l'abolizione della caccia esprime ''profonda delusione per lo scellerato patto che avrebbero stretto il Pd e Svp, al fine di regalare alla formazione altoatesina lo smembramento del Parco Nazionale dello Stelvio. Nessuno finora a distanza di un mese si e' preoccupato di smentire''. Un accordo che la Lega per l'abolizione della caccia giudica una ''azione di politica di sottobanco'' che cancella settantasette anni di gestione unitaria del Parco. L'associazione e' contraria allo smembramento ''per fare favori a chicchessia. Gli unici che desideriamo favorire sono gli animali selvatici e per loro i parchi vanno allargati, e tutelati da rigide regole protezioniste, non ridotti a squallide aiuole spelacchiate sottoposte all’arbitrio di qualunque passante maleducato''. 

Ecco l'intervento integrale di Rosa Marino, della Lega per l'abolizione della caccia


Esprimo profonda delusione per lo scellerato patto che, a quanto leggo sui quotidiani, avrebbero stretto il PD e SVP, al fine di regalare alla formazione altoatesina lo smembramento del Parco Nazionale dello Stelvio. Nessuno finora a distanza di un mese si è preoccupato di smentire. L’accordo è stato firmato l’11 gennaio a Roma tra Pd, Svp e Patt dai tre segretari Pier Luigi Bersani, Richard Theiner e Franco Panizza. E’ inoltre indicativo che il PD abbia escluso quasi tutti i candidati provenienti da associazioni ambientaliste. 
Nel dicembre 2010 lo stesso tipo di accordo, stipulato allora tra PDL e SVP, fu definito dal PD, allora all’opposizione, come: 
“Scambio vergognoso e norma incostituzionale. La decisione del Consiglio dei Ministri di obbedire al diktat della SVP e smembrare uno dei più antichi parchi nazionali per affidarlo alle province è una ferita all'ambiente gravissima. La norma, è chiaramente anticostituzionale perché nella nostra Costituzione le competenze in materia di Ambiente sono affidate allo Stato mentre questa decisione di fatto le provincializza creando così un vero e proprio vulnus costituzionale e un grave precedente. Ora viene meno l'unitarietà della gestione del Parco e magari qualcuno in Trentino Alto Adige potrà coronare il proprio sogno di aprire le porte dei parchi ai cacciatori. Uno scempio ambientale per uno scambio politico, una forma forse ancor più grave di compravendita di voti e di degrado etico del modo di fare politica berlusconiana".

Questa ignobile azione di politica di sottobanco a quanto pare non esclusivamente berlusconiana, decide di cancellare settantasette anni di gestione unitaria di un patrimonio naturalistico montano d’indiscussa eccellenza e notorietà anche internazionale qual è il Parco Nazionale dello Stelvio. Alcune tra le maggiori associazioni ambientaliste italiane si opposero redigendo un documento che recitava:

 “Lo Stelvio è Parco Nazionale perchè rappresenta un elemento irrinunciabile del paesaggio naturale e culturale del nostro Paese, come tale esso è riferimento per l'intera comunità nazionale, ed è anche una tessera fondamentale delle aree naturali protette che compongono il sistema sovranazionale delimitato dalla Convenzione Internazionale per la Protezione delle Alpi, che il nostro Paese, come tutti gli altri Stati dell'Arco Alpino, ha ratificato con propria legge nel 1999. Una simile decisione avrà sicuramente una ricaduta internazionale sull'immagine e sulla credibilità dell'Italia: in oltre un secolo di storia dei parchi nel nostro Continente, non è mai accaduto che un Paese cancellasse, di fatto, un Parco Nazionale.”. 

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, non firmò il documento di ratifica dello smembramento del parco ma ecco che alla vigilia delle nuove elezioni nazionali l’SVP cambia partner e riparte alla carica per conseguire i propri scopi (non esattamente limpidi) con chiunque si presti. 

Affermo in nome di LAC, ferma contrarietà allo smembramento del Parco per fare favori a chicchessia. Gli unici che desideriamo favorire sono gli animali selvatici e per loro i parchi vanno allargati, e tutelati da rigide regole protezioniste, non ridotti a squallide aiuole spelacchiate sottoposte all’arbitrio di qualunque passante maleducato! 

Il Parco Nazionale dello Stelvio non è di proprietà dei partiti. Di nessun partito. 
Il Parco Nazionale dello Stelvio è patrimonio indisponibile dello Stato e ha la funzione primaria di tutelare aree naturali e gli animali selvatici che vi trovano rifugio. 

Mi pare evidente che questo tipo di politica espresso sia dal PDL e sia dal PD, come da molti tra i candidati alle prossime elezioni, sia assai scadente e non proponga alcuna idea di futuro positivo e desiderabile. E’ arduo, purtroppo, individuare temi ambientalisti e tantomento animalisti nei programmi delle varie formazioni politiche.


Un passo avanti e tre indietro: la strategia del gambero. Non è esattamente questo che s’intende per programmi positivi nei confronti di ambiente e animali! Gli elettori sensibili nei confronti non solo di ambiente e animali ma dello stesso futuro nostro e del pianeta che abitiamo, sapranno trarre le debite conclusioni.

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