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Governo, arriva il nuovo premier?

Fico dovrà salire martedì al Colle con un accordo sul programma e una proposta per Palazzo Chigi. Oggi i tavoli con la maggioranza e quelli con i leader. Tutti dovranno scoprire le carte. Il primo candidato è Conte, ma ce ne sono altri. Nulla è certo

Sempre più vicino il momento della scelta di Roberto Fico. Come riporta Today, nella mattinata di lunedì 1° febbraio è prevista una riunione dei capigruppo di maggioranza intorno a un tavolo per discutere del programma del prossimo governo. Il giorno dopo, martedì 2 febbraio, il presidente della Camera dovrà salire al Colle per riferire al presidente della Repubblica Sergio Mattarella i risultati dei colloqui e quello che tutti attendono: ovvero se esiste un'intesa sul nome del prossimo presidente del Consiglio. E quindi in due giorni tutti dovranno scoprire le carte e dire su chi puntano. Per quanto riguarda l'ipotesi di un govenro tenico il nome, scartato un Conte-ter, è quello di Mario Draghi.

A brevissimo (forse) verrà svelato il nome del premier

Il MoVimento 5 Stelle, il Partito Democratico, Liberi e Uguali e il nuovo gruppo degli Europeisti hanno già fatto il nome di Giuseppe Conte. Soltanto Italia Viva non ha voluto indicarlo. Il tavolo del programma sarà aperto a 15 rappresentanti più i tecnici e quindi si arriverà a sfiorare o superare la ventina di persone. I gruppi rappresentati saranno il MoVimento 5 Stelle, il Partito Democratico, Italia Viva, Liberi e Uguali, Centro Democratico, Europeisti, Maie e Per le Autonomie. Il compito di Fico nei primi giorni di febbraio sarà solo quello di raccogliere le richieste dei singoli partiti, farne una sintesi, magari cercando di rimuovere le questioni più divisive, in modo da istruire, già nel tavolo del 2 febbraio, un lavoro preparatorio utile al premier incaricato. Ma proprio qui potrebbe nascondersi l'insidia che potrebbe far fallire il piano di Fico. 

Ufficiale: Mario Draghi nuovo premier

Perché è evidente che se i "temi" che Fico porterà al Colle saranno quelli di cui si è parlato a gennaio: Recovery Plan, infrastrutture, riforma della giustizia, riforma della legge elettorale, non si farà molta fatica a trovare un accordo sul cosa. Il problema sarà l'accordo sul come. Se Italia Viva o altri dovessero chiedere il Mes o l'abolizione del reddito di cittadinanza, questo farebbe saltare il tavolo dell'accordo con l'eventuale maggioranza colpendo così a cascata il piano per fare il nome di un premier a Mattarella. Sul fondo Salva Stati «la trattativa non ci sarà, per il M5S la discussione su questo è chiusa: per noi attivarlo è impossibile perché non terremmo, il gruppo esploderebbe» spiega una fonte M5s di primo piano all'Adnkronos, assicurando che, su questo punto, «anche Crimi è stato molto chiaro: non c'è negoziato».

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