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Lona Lases cerca un sindaco

Dopo due tornate elettorali andate deserte e oltre un anno di commissariamento, nasce il gruppo “Comunità del domani”. Ma per il Clp ciò che serve dopo il processo Perfido è "un'operazione di trasparenza"

La corsa per le elezioni comunali a Lona Lases è cominciata. Dopo due tornate elettorali andate a vuoto e oltre un anno di commissariamento, ora c’è un gruppo di cittadini deciso a candidarsi. O meglio: a “raccogliere nomi e proposte di persone interessate a raggiungere l’obiettivo di dare una guida alla comunità”.

Il piccolo Comune della val di Cembra finito al centro del processo Perfido contro le infiltrazioni della ’ndrangheta nel porfido è guidato dal 14 giugno 2021 dal commissario straordinario Federico Secchi. Domenica 13 novembre tornerà di nuovo al voto e questa volta le cose potrebbero andare diversamente.

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Venerdì 16 settembre “Comunità del domani” - così si chiama il gruppo di cittadini deciso a trovare una guida per Lona Lases - ha organizzato un primo incontro con la cittadinanza dopo aver distribuito nelle case del paese circa 450 lettere di presentazione (su una popolazione di 900 abitanti).

A guidare il gruppo ci sono Umberto Dalmonego, già consigliere comunale di Lona Lases, Rinaldo Caldera e Anisia Dalmonech. Tutti e tre lamentano come il Comune con il processo Perfido sia diventato “la barzelletta del Trentino” e auspicano un ritorno alla normalità.

Quella che da fuori potrebbe sembrare una lodevole iniziativa di cittadinanza attiva - incoraggiata peraltro dallo stesso commissario Secchi in una lettera ai cittadini di Lona Lases - lascia però perplesso il coordinamento lavoro porfido (Clp).

Da anni il Clp denuncia le irregolarità nel settore del porfido in val di Cembra e ora teme che “le elezioni possano diventare uno strumento da utilizzare per coprire un passato amministrativo poco chiaro per non dire opaco”.

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"Che fine ha fatto il piano di prevenzione della corruzione?"

“Il manifesto - commentano i referenti del Clp Vigilio Valentini, Walter Ferrari, Graziano Ferrari, Enzo Sevegnani, Giorgio Negri e Massimo Sighel – loda il lavoro del commissario, che a nostro avviso è mancato nel punto più importante e qualificante per un Comune coinvolto direttamente nell’inchiesta Perfido: la predisposizione del piano triennale di prevenzione della corruzione”.

Con il piano (obbligatorio) ogni amministrazione individua il proprio grado di esposizione al rischio di corruzione e indica le misure da adottare per prevenire questo rischio. Ma per Lona Lases, nonostante il processo contro la ’ndrangheta attualmente in corso a Trento, l’ultimo aggiornamento risale al 2020.

“Il piano - sostiene il Clp - non era che l’unica priorità da porsi se non si vuole chiudere definitivamente nei cassetti delle scrivanie comunali quelle complicità e cointeressenze evidenziate dall’inchiesta Perfido con un mondo corrotto e spregiudicato, che negli anni si è radicato nell’economia e nel tessuto sociale dei nostri paesi, all’ombra della ’ndrangheta”.

“In molti e a vario livello - proseguono gli esponenti del Clp - hanno interesse a tenere un basso profilo, magari sperando che tutto si risolva con alcune condanne dei calabresi arrestati, evitando di essere tirati in ballo. Ciò che serve è invece un’operazione di trasparenza che fughi ogni possibile dubbio e dia ai cittadini di Lona-Lases la necessaria e completa informazione per fare le proprie scelte”.

In sostanza, ciò che il Clp chiede da mesi è che venga istituita una “commissione d’accesso” per “fare chiarezza sul recente passato amministrativo del Comune e capire se l’attività amministrativa sia stata condizionata o meno con quella criminale della presunta locale mafiosa” nonché per verificare la possibilità di commissariare per mafia il Comune di Lona Lases. “Riteniamo questo passaggio ineludibile se non vogliamo ripartire come nulla fosse accaduto, su un cumolo di macerie politiche e amministrative”.

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