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Riforma elettorale, si sblocca l'impasse: Masè dice addio al suo ddl

La consigliera civica sospenderà la proposta della terza preferenza di genere. Da mesi il Consiglio era bloccato sul tema

La battaglia per inserire la possibilità di esprimere la terza preferenza sulla scheda elettorale è persa: la consigliera provinciale Vanessa Masè (La Civica) ha annunciato che sospenderà il suo disegno di legge (ddl). Da mesi il Consiglio era bloccato su questo tema.

La decisione è stata annunciata lunedì 30 maggio durante la conferenza dei capigruppo consiliari che ha programmato i lavori dell'aula per i mesi di giugno e luglio. La consigliera è stata ringraziata dalla capogruppo leghista Mara Dalzocchio: "Questa decisione responsabile consente di liberare il campo per molti testi di legge importanti e urgenti in attesa". 

Per capire lo stallo che si era creato in aula, basti pensare che lo scorso febbraio i consiglieri di opposizione si erano detti pronti a "parlare per 50 giornate": il tempo necessario a discutere i 1.493 emendamenti e i 585 ordini del giorno, depositati da Pd, Futura e Europa verde per bloccare il ddl. La discussione si era infiammata già lo scorso ottobre in prima commissione. Fuori dal Consiglio avevano protestato anche i sindacalisti Andrea Grosselli (Cgil), Michele Bezzi (Cisl) e Walter Alotti (Uil).

Cosa prevedeva il ddl 

Il tema è (o meglio era) l'accesso delle donne alla politica. Per Masè la possibilità di esprimere tre preferenze sulla scheda elettorale (invece delle attuali due) "darebbe all’elettore una possibilità in più, mantenendo l’alternanza di genere e offrendo anche alle donne un’opportunità in più". L'opposizione rivendica invece l'efficacia della norma esistente che già prevede la doppia preferenza di genere. Portare le preferenze a tre sarebbe "un passo indietro sulla rappresentanza di genere, con il rischio di passare dal 50 e 50 nelle liste a una sola donna su tre". 

In Trentino si continuerà così a votare con la legge usata alle ultime elezioni provinciali del 2018 e che rimarrà valida anche per la tornata elettorale del 2023. Sarà possibile esprimere due preferenze, a patto che siano una per un uomo e una per una donna. La regola era stata introdotta nella primavera del 2017.

Nel 2018, con la doppia preferenza di genere, sono stati eletti nove consiglieri donne e 26 uomini.

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