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Indennità dei consiglieri, sindacati all'attacco: "Busta paga che offende lavoratori e pensionati"

Venerdì il consigliere Degasperi aveva pubblicato il suo stipendio da quasi 17mila euro. Cgil, Cisl e Uil: "Adeguamento inaccettabile"

Dura presa di posizione di Cgil, Cisl e Uil del Trentino sull'aumento delle indennità dei consiglieri regionali. Ieri l'esponente di Onda Civica Filippo Degasperi aveva reso pubblico il suo stipendio: quasi 17mila euro nell'ultima busta paga, frutto del ricalcolo Istat approvato con una legge votata dal consiglio. 

"Le buste paga di agosto dei consiglieri regionali, con l’adeguamento automatico delle indennità, offendono tutti i lavoratori e pensionati trentini. Le cifre parlano chiaro: non solo sono somme fuori dalla realtà per la totalità dei lavoratori dipendenti e dei pensionati, ma sgombrano il campo da ogni ipocrita difesa di un provvedimento che per quanto ci riguarda resta inaccettabile e sconcertante".

Con queste parole i segretari provinciali di Cgil Cisl Uil ribadiscono la loro posizione di fronte all’emendamento votato da Svp e Lega nel luglio scorso che ha sbloccato gli arretrati legati all’adeguamento Istat e introdotto un sistema di aumenti automatici che, scrivono i sindacati, non esiste in nessun contratto di lavoro.

"Abbiamo sempre sostenuto che chi svolge un ruolo istituzionale per la collettività debba essere adeguatamente remunerato - rimarcano i segretari Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -, qui però non si parla di adeguata remunerazione del ruolo politico, ma di privilegio che è uno schiaffo a quanti, moltissimi, hanno sofferto in questo anno di pandemia per la mancanza di lavoro, per la riduzione dei loro redditi, per la cassa integrazione".

Cgil Cisl Uil hanno sempre sostenuto la necessità di trovare un meccanismo equo per le indennità dei consiglieri, ancorando gli aumenti alla media dei rinnovi contrattuali. Adesso, invece, non solo gli aumenti sono automatici, ma sono indicizzati alla media dell’inflazione Istat di Trento e Bolzano, tra le più alte d’Italia.

"Sconcerta constatare inoltre come non ci sia alcuna volontà di riformare il sistema in modo equo, visto che i due disegni di legge giacenti in commissione regionale da tempo sono stati dirottati su un binario morto per volere della maggioranza. Questi fatti si commentano da soli", concludono i tre segretari provinciali.

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