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Governo nuovo, il programma nuovo tocca le pensioni e le tasse, oltre a puntare alla coesione sociale

Il presidente del Consiglio incaricato ha lavorato nel week end ai punti del piano che sottoporrà ai partiti a partire da lunedì 8 febbraio: imprese, lavoro e sanità le priorità

Domenica di lavoro per Mario Draghi, l'opera era il programma da sottoporre ai partiti nel secondo giro di consultazioni che comincerà proprio lunedì 8 febbrai, secondo le indiscrezioni e i retroscena, prevede una serie di punti che saranno sottoposti alle forze politiche che a quel punto dovranno decidere se fare parte o no della maggioranza. Il Mattino riporta che le notizie sarebbero trapelate da una semplice bozza di lavoro che probabilmente sarà resa più definitiva dopo le consultazioni di oggi. Si parla delle emergenze del paese: la salute, il fisco, l'istruzione, gli investimenti. E, riporta Repubblica, si parte dalle urgenze come la scadenza del blocco dei licenziamenti fissata per il 31 marzo con la cassa integrazione. 

«Gli incentivi» è uno dei suoi capisaldi «devono creare nuovi lavori, non salvare quelli vecchi». Così come il sostegno pubblico alle aziende non può che essere mantenuto e rafforzato durante una stagione di stagnazione prolungata, ma non per quelle destinate comunque a fallire. Today spiega che il nuovo governo dovrà modificare il diritto fallimentare per rendere più veloci le ristrutturazioni aziendali. Nel documento, di cui hanno parlato a inizio febbraio Luca Cifoni e Rosario Dimito, si parte dall'emergenza sanitaria che si dovrà affrontare dando priorità all'attuazione del piano vaccinale ma arrivando anche al superamento del federalismo sanitario attraverso l'inserimento di una clausola di supremazia per le competenze.

C'è poi la questione dei rapporti con gli enti locali durante l'emergenza sanitaria, l'intenzione sarebbe quella di superare le polemiche politiche e i ricorsi al Tar delle Regioni contro le zone rosse, arancioni e gialle usufruendo degli strumenti previsti dalla Costituzione, ad esempio l'articolo 120: «il governo può sostituirsi a organi delle Regioni...nel caso di...pericolo grave per l'incolumità e la sicurezza pubblica, nel rispetto del principio di sussidiarietà e del principio di leale collaborazione».

Importanti anche i temi di lavoro e pensioni. L'intenzione di Draghi sarebbe quella spiegata nei suoi tanti interventi pubblici sul tema: cambiare radicalmente il welfare spostando il focus dall'attuale protezione dopo il ritiro dal lavoro a una riforma degli ammortizzatori sociali che garantisca una protezione universale con formazione continua del lavoratore. Si parla anche di parità salariale tra uomini e donne, di salario minimo legale e di equo compenso. E di «differenziazione per settori delle forme di protezione». 

Pensioni, tasse e reddito di cittadinanza

Pare che Draghi lascerà scadere Quota 100 senza rinnovarla. nelle considerazioni finali dei suoi anni alla guida della Banca d'Italia il premier incaricato parlava di allungare la vita lavorativa per garantire un tenore di vita adeguato agli anziani di domani. Un indizio chiaro delle sue intenzioni. Ma poi si anticipa anche che Draghi vuole introdurre un sistema di flessibilità di uscita (pensioni flessibili) attraverso il rafforzamento degli istituti come Opzione Donna e Ape Social per le categorie disagiate o impegnate in occupazioni più pesanti. Ebbene, negli argomenti si tratta dello stesso solco nel quale si stava muovendo il governo Conte bis con la ministra del Lavoro Catalfo e i sindacati prima della sua caduta. Ma magari sarà la declinazione degli interventi ad essere diversificata. 

Sul reddito di cittadinanza Draghi ha intenzione di mantenere il sussidio per una semplice ragione: toglierlo costituirebbe una misura pro-ciclica e causerebbe danni sociali. Anzi, lo stesso Draghi avrebbe detto a Beppe Grillo durante le consultazioni che intende "rafforzarlo". D'altro canto, non è mai stato contrario a sussidi per i meno abbienti e da economista, ha elaborato negli anni un’intera visione della società contemporanea, dei problemi che la affliggono e degli strumenti per migliorarla che è ispirata dalla dottrina sociale della Chiesa. Sul Financial Times un anno fa aveva parlato della necessità di "fornire un reddito di base a chi perde il lavoro". Ma il premier incaricato intende però rivedere tutta la parte che riguarda le politiche attive di ricerca del lavoro che riguarda Anpal, centri per l'impiego e Navigator. 

Un altro punto riguarda il livello di spesa per l'istruzione al 5% del Pil potenziando il fondo per l'università. Il capitolo fiscale è il più interessante: si punta a un alleggerimento dell'imposizione sui redditi medi e medio-bassi: Concretamente per quanto riguarda l’Irpef il modello da adottare dovrebbe essere quello tedesco, caratterizzato da aliquote continue e da una crescita più graduale del prelievo. Ma ci sono anche altre correzioni da fare, in direzione di una maggiore progressività effettiva, come il parziale ritorno dei redditi da capitale nella base imponibile dell’imposta sul reddito, con alcune esclusioni, il riordino delle tax expenditures, la razionalizzazione delle imposte indirette e l’ulteriore spinta sul fisco telematico.

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