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Martedì, 19 Marzo 2024
Politica

Il nuovo Dpcm marzo 2021, ma è cambiato qualcosa con Draghi?

È atteso per l'inizio della prima settimana di marzo il nuovo decreto ministeriale che dovrebbe entrare in vigore dal 6 fino al 6 aprile. La bozza rivela poche novità rispetto alla gestione precedente. Nessuno grida alla "dittatura sanitaria"

Il nuovo Dpcm (Decreto del presidente del Consiglio dei ministri) di Draghi dovrebbe essere varato i primi giorni di marzo ed entrare in vigore dal 6 marzo fino al 6 aprile. Today riporta che lunedì 1° marzo potrebbe essere l'ultimo giorno di confronto con le Regioni, che hanno inviato sabato 27 febbraio le loro osservazioni sulla bozza circolata ovunque e una nuova riunione della Cabina di Regia governativa prima della firma del decreto ministeriale, che arriverà quindi qualche giorno prima dell'entrata in vigore delle norme. 

Il nuovo Dpcm di Draghi che somiglia troppo a Conte

La questione non è da sottovalutare visto che la tempistica dei provvedimenti per l'emergenza da ora in poi sarà anticipata proprio per decisione di Draghi: servirà ai cittadini e alle attività economiche per organizzarsi per tempo, hanno spiegato da Palazzo Chigi mentre anche l'ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza è stata annunciata venerdì per entrare in vigore il lunedì successivo, portando Lombardia, Piemonte e Marche in zona arancione e Basilicata e Molise in zona rossa, oltre che la Sardegna in area bianca.

L'elenco delle restrizioni contenute nel nuovo Dpcm non è a sorpresa, anzi: 

  • Il divieto di spostamento tra le Regioni è valido fino al 27 marzo, ma è prevista una proroga per allinearlo al Dpcm (scadenza il 6 aprile). Consentiti i rientri alla propria residenza, domicilio o abitazione così come gli spostamenti motivati da esigenze lavorative, ragioni di salute o situazioni di necessità;
  • negozi chiusi in zona rossa dove rimarranno aperti solo gli esercizi commerciali di prodotti essenziali: farmacie, alimentari, ferramenta. In zona gialla e arancione tutti i negozi sono aperti. Nei weekend continuano ad essere chiusi i centri commerciali. In zona rossa sospese anche le attività di barbieri e parrucchieri; 
  • dal 27 marzo riapriranno - nel rispetto di specifici protocolli e con prenotazione online - saranno aperti cinema e teatri mentre sarà possibile andare al museo anche nei week end; 
  • si consente di andare nelle seconde case in zona gialla o arancione (anche se si trovano fuori regione) solo al nucleo familiare e soltanto se la casa è disabitata. Non si può andare nella seconda casa con amici e parenti. Non è possibile invece - a meno di urgenti e necessari motivi - se le abitazioni sono in zone rosse o arancione scuro. Sono vietati i viaggi per turismo; 
  • Nonostante l'asse Salvini-Bonaccini al ristorante e bar in zona gialla si potrà andare solo di giorno. Le regole per i ristoranti restano quelle in vigore: in zona gialla aperti fino alle 18 e fino alle 22 consentito l'asporto. A domicilio è consentito ad ogni ora. Asporto e domicilio sono consentiti nelle zone arancio e rosse. Eccezione fanno gli autogrill, oltre le 18 in zona gialla, le mense e i ristoranti negli alberghi;
  • In zona gialla viene cancellata dalla bozza del nuovo Dpcm la misura secondo cui "con riguardo alle abitazioni private, è fortemente raccomandato di non ricevere persone diverse dai conviventi, salvo che per esigenze lavorative o situazioni di necessità e urgenza". Nella bozza del nuovo provvedimento restano comunque "vietate le feste nei luoghi al chiuso e all'aperto, ivi comprese quelle conseguenti alle cerimonie civili e religiose"

Nelle zone arancioni potrebbero cambiare i protocolli e dovrebbe valere la regola per la quale nei comuni in cui i contagi superano i 250 su 100 mila abitanti per sette giorni, si applicano le stesse misure restrittive della zona rossa.

Ma su questo domenica 28 febbraio le Regioni hanno fatto alcuni rilievi al testo del Dpcm, che potrebbe essere ancora limato e la soglia dei contagi potrebbe abbassarsi. Nelle zone gialle invece si continua come si è fatto in precedenza: elementari e medie aperte e superiori in aula al 50 per cento. L'esecutivo è al lavoro per reintrodurre quindi i congedi parentali Covid, in vigore all'epoca della prima ondata: in questo caso saranno anche per figli con più di 14 anni, ma c’è anche la valutazione dei casi di smart working per i genitori e altre situazioni particolari come quelle rappresentate da coloro che sono attivi con partita Iva. 

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