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Giovedì, 28 Marzo 2024
Elezioni

Cultura Società Economia: c'è il programma elettorale

CSE presenta il programma relativo alle politiche culturali e non solo. "La burocrazia non è competente nello scegliere cosa vale e cosa no: il potere va rimesso nelle mani di consorzi volontari, siamo aperti a tutte le coalizioni"

Il portavoce delle Primarie della Cultura e del neonato partito Cultura Società Economia, Francesco Pisanu dichiara l'apertura del suo movimento a qualsiasi coalizione in corsa perle provinciali di ottobre: "sono già previsti incontri con Arisi (Sel) e Civica Valori, la coalizione di Mosna ha già mostrato interesse per un incontro con Mosna nei prossimi giorni: non escluderemo nessuno dal dialogo perchè la nostra fedeltà va prima di tutto al programma, piuttosto che agli schieramenti. Il candidato presidente che si mostrerà più interessato, sensibile e propositivo rispetto alle nostre idee sarà quello che senz'altro appoggeremo".

E nel frattempo la lista che ha fatto della cultura la propria bandiera ha elaborato un programma che tocca, aturalmente, vari settori della vita economica e sociale. Questi in sintesi i punti toccati:

"Gli enti pubblici non sono strutturalmente in grado di coordinare e gestire una politica culturale efficiente" campo libero quindi ad operatori e privati cittadini con la creazione di un "pool" di 5 esperti (incerte le regole per la nomina di questi cinque, secondo il dilemma socratico: "chi sutodirà i custodi?") e di consorzi volontari. Il pool avrà anche il compito di correggere (ma in questo caso lo "spazio di manovra" sembra veramente poco) la legislazione nazionale relativa alla Siae: "solo per fare un esempio: la legislazione attuale prescrive pesanti contravvenzioni per chi tiene la radiolina accesa in una panetteria di 6 metri quadri qualora non paghi i diritti SIAE. Occorre un impegno concreto verso l’eliminazione di tanti odiosi e dannosi ostacoli" denunciano.

C'è inoltre l'idea di istituire uno sportello unico per gli spettacoli dal vivo e di un mediatore pubblico per accordare bar, artisti e residenti. Operatori culturali che beneficiano di contributi pubblici dovranno riservare il 30% del budget a produzioni locali mentre gli enti pubblici promotori diretti dovranno impegnarsi a "vendere" le produzioni fuori provincia.

Meritocrazia con premi "di produzione" per i dipendenti degli uffici pubblici e autoriduzione dei compensi da parte dei politici. Intransigenza sui tagli alla formazione e all'istruzione. Revisione della legge 6 per il finanziamento all'innovazione delle imprese, ritenuta "capestro" per le imprese che non riescono a mantenere i livelli richiesti.Sulla questione immigrazione, infine, la lista CSE è per l'integrazione: "è in fin dei conti anche un vantaggio economico per ilterritorio". 

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