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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Elezioni: in Trentino chiarezza alla Camera e confusione al Senato?

L'Upt sostiene Monti come candidato premier, mentre gli altri partiti della maggioranza provinciale appoggiano Bersani o Ingroia

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TrentoToday

«Mettendomi dalla parte dei cittadini, regna sovrana la confusione. Come si fa ad andare separati alla Camera, con candidati premier diversi, mentre al Senato c'è il "volemose bene"». Mario Magnani, consigliere provinciale del Gruppo misto, esce dall'incontro di maggioranza con la sensazione che le future posizioni nella coalizione provinciale non siano così semplici da ricostruire.
«Anche l'Upt, seguendo il progetto di Dellai che sostiene Monti come premier, alternativo a Bersani, complica la situazione».
Queste in sintesi le posizioni delle formazioni politiche: Verdi ed Idv appoggeranno Ingroia e la sua "Rivoluzione civile", Upt e Udc sono per Monti, Pd-Patt e Magnani (Gruppo Misto) sono per Bersani Presidente del Consiglio.

Michele Nicoletti, segretario del Pd trentino, ha cominciato la riunione augurandosi «una campagna elettorale educata, sia per la Camera che per il Senato» ed auspicando che si possa poi tornare ad un clima collaborativo in vista delle Provinciali. Marco Boato ha fatto quindi il quadro delle precedenti tre competizioni elettorali nazionali ed ha sottolineato come «Idv e Verdi non siano stati accettati dal Pd nazionale», dichiarando quindi l'appoggio a "Rivoluzione Civile". Boato, assieme a Salvatore Smeraglia, segretario regionale Idv, ha chiesto di poter proporre un proprio candidato (e farlo appoggiare dalla maggioranza provinciale) al Senato. Dopo l'ovvio responso negativo dei presenti, si sono comunque augurati di poter continuare nel dialogo provinciale dal 26 febbraio.

«Quella del Patt - commenta Magnani - è stata in fondo la risposta più coerente rispetto al quadro generale, considerando l'accordo con la Svp alla Camera e con Pd ed Svp per il Senato».
Altro segno di incongruenza, secondo Magnani, è quello manifestato da Vittorio Fravezzi, segretario Upt, che ha ricordato come «l'Upt sia diverso dalla Lista Monti, ma la appoggi».

L'Upt richiede un proprio seggio al Senato, «però deve essere chiaro l'appoggio a Bersani - spiega Magnani - altrimenti c'è il rischio di perdere parte dell'elettorato del collegio».
Un equilibrio provinciale complesso sul quale pesano anche le "imposizioni" romane nel Pd di Tonini al Senato e Bressa alla Camera. Magnani considera la divisione provinciale un'occasione persa da parte del centrosinistra-autonomista. «Il cittadino - conclude - riuscirà a capire questo assemblaggio? E come si può avere chiarezza alla Camera e confusione al Senato?»

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