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Chi parteciperà per il Trentino all'elezione del Presidente della Repubblica

Dalla regione tre grandi elettori: ecco chi è in pista. Il 24 il primo voto a Roma

Sono ore febbrili per la scelta del successore di Sergio Mattarella al Quirinale. Il presidente della Camera Roberto Fico ha convocato il parlamento in seduta comune per il prossimo 24 gennaio, giorno della prima votazione. Questo significa che anche il consiglio regionale del Trentino-Alto Adige è chiamato ad indicare i tre grandi elettori che gli spettano di diritto.

Come ha spiegato il governatore altoatesino Arno Kompatscher all'agenzia Ansa, come già avvenuto in passato, ci saranno due grandi elettori in rappresentanza della maggioranza, uno di lingua tedesca e uno di lingua italiana, mentre il terzo (anche di lingua italiana) sarà indicato dall'opposizione. "Questo corrisponde in grande linee alla rappresentanza dei gruppi linguistici in Regione", ha spiegato Kompatscher.

Nel 2015 i grandi elettori della maggioranza furono l'allora presidente e l'allora vicepresidente del Consiglio regionale, Chiara Avanzo (Patt) e Thomas Widmann (Svp), quello dell'opposizione invece il consigliere provinciale Alessandro Urzì (ora Fdi).

Al momento il nome più probabile è quello di Josef Noggler (Svp), presidente del consiglio regionale e rappresentante del gruppo linguistico tedesco. Se la sua scelta fosse confermata, resterebbero a disposizione due posti a disposizione di esponenti italiani, uno per la maggioranza e uno per l'opposizione. Nel primo caso, non è da escludere la candidatura del presidente della provincia Maurizio Fugatti, o in alternativa di Roberto Paccher (che è anche vicepresidente del consiglio regionale). Il nome comunque resterebbe in mano alla Lega. Per l'opposizione, la prassi vuole che il nome venga espresso dal partito con il maggior numero di consiglieri, il Pd, e tutto fa pensare che la scelta possa cadere sulla capogruppo nel consiglio provinciale trentino Sara Ferrari.

Come si elegge il Presidente della Repubblica

Il Presidente della Repubblica viene eletto dal Parlamento in seduta comune dei componenti di Camera e Senato. Questo significa che i membri di entrambe le Aule si riuniscono per votare in una sessione plenaria il capo dello Stato. Dunque ci saranno 630 deputati e 315 senatori (compresi quelli a vita). A questi però si devono aggiungere 58 delegati regionali. Infatti la legge prevede che ogni consiglio regionale nomini tre delegati (Unica eccezione la Valle d'Aosta che ne nomina uno). La presenza di politici provenienti dalle regioni serve ad assicurare la presenza diretta dei rappresentanti dei poteri locali. In totale saranno 1.003 persone che, di fronte alla loro singola chiamata, si alzeranno e andranno nelle apposite urne per depositare la loro scelta.

Dal giorno prima rispetto a quello in cui è prevista la chiama, viene sorteggiata la lettera da cui inizierà l'appello, in modo che i deputati sappiano in anticipo quando sarà il loro turno e non si affollino nell'emiciclo o in Transatlantico. In questo caso i primi a votare saranno i senatori, partendo da quelli a vita e seguendo l'ordine alfabetico. Quindi sarà la volta dei deputati e infine dei delegati regionali. Per ora è previsto uno scrutinio al giorno, misura che consentirà di avere tutto il tempo necessario per procedere alle sanificazioni ed eviterà anche in questo caso assembramenti, visto che la presenza dei grandi elettori a Montecitorio non si protrarrà in attesa di votazioni successive. Il Covid rischia di avere un peso su queste elezioni perché potrebbero esserci delle defezioni a causa del virus o di eventuali quarantene. Una cosa è certa però:

L’elezione si svolge a scrutinio segreto con la maggioranza rapportata non ai votanti, ma al numero dei componenti l’assemblea elettorale. Cioè il quorum non viene calcolato sulla base di quanti parlamentari saranno presenti il giorno del voto, ma sulla base di chi il diritto di voto ce l’ha. Ecco perché il Covid potrebbe avere un riverbero sull’elezione del capo dello Stato ed ecco perché, di solito, si fa di tutto per essere presenti fino all’ultimo votante.

Quanti voti deve ottenere il prossimo inquilino del Qurinale? Viene eletto chi ottiene la maggioranza dei due terzi nei primi tre scrutini oppure chi, nei successivi scrutini, ha ottenuto la maggioranza assoluta. I primi tre tentativi con la maggioranza così detta qualificata servono per tentate, quanto meno in una fase iniziale, di provare ad ottenere l’elezione di una personalità che sia condivisa al massimo fra le forze politiche presenti in parlamento, per il suo ruolo di organo super partes. Un fattore fondamentale questo se si tiene ben a mente quale sia il ruolo del Presidente della Repubblica in Italia. Lui o lei sarà una figura al di fuori dei tre poteri dello Stato (legislativo, esecutivo e giudiziario). È una sorta di grande arbitro, il cui compito è quello di controllare ed eventualmente correggere l’indirizzo politico della maggioranza politica quando questa non segua i dettami della Costituzione. È il garante della carta fondamentale e interviene nel momento in cui quei principi vengono messi in discussione. Infatti la sua funzione viene definita di indirizzo politico costituzionale.

Quando il Parlamento si riunisce in seduta comune, si applica il regolamento della Camera dei deputati. Il Presidente della Repubblica, prima di assumere le sue funzioni, presta giuramento di fedeltà alla Repubblica e di osservanza della Costituzione dinanzi al Parlamento in seduta comune (articolo 91 della Costituzione).

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