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Elezioni, De Eccher: "Cambiare il sistema. Rossi contraddittorio"

Intervista al candidato per Fratelli d'Italia: "Trovo contraddittorio che il partito autonomista vada sul territorio a difendere le tradizioni locali e poi sia alleato con la sinistra, che mortifica la nostra cultura di base"

Cristano De Eccher, un passato da consigliere provinciale e da senatore, è candidato per Fratelli d'Italia alle elezioni provinciali del 27 ottobre.

Tre ragioni per cui i trentini dovrebbero votarla.

La necessità di un processo di discontinuità rispetto al passato. Se qualcuno non si riconosce nel modello amministrativo del centrosinistra, di Dellai in particolare, non è che abbia molte alternative. Da una parte c'è Rossi che rappresenta il centrosinistra cosiddetto ufficiale, dall'altra c'è Mosna che comunque è nel centrosinistra di Dellai, lo ha sostenuto alle ultime elezioni e ha rilasciato decine di dichiarazioni in suo favore. Poi con lui c'è Grisenti, che è stato un importante assessore di Dellai per lungo tempo. Ci spostiamo e troviamo Bezzi, che è stato presidente del Consiglio provinciale con il centrosinistra e nel 2006 è stato candidato ed eletto a Roma con Prodi. Quindi, se uno vuole una proposta alternativa, non può che arrivare sulle nostre posizioni. Inoltre c'è la necessità di un cambiamento profondo. Noi viviamo in una realtà nella quale c'è la percezione diffusa, e direi anche legittima, che non si può contare sui propri meriti e sulle proprie attitudini, perché gli elementi che valgono nel mondo del lavoro paiono essere altri e questo è il risultato di un modello amministrativo. Poi c'è la necessità di intervenire per evitare tutta una serie di azioni invasive che non riguardano solamente il pubblico, ma arrivano anche al privato o a quello che appare come privato ma invece vive di finanziamento pubblico, cioè il sistema cooperativo. Ci sono decine e decine di cooperative dove esiste una pletora di figure che obiettivamente producono poco ma ricevono molto in termini di denaro. Anche qui c'è tutto un mondo che dipende dal pubblico perché da questo riceve le risorse.


La prima cosa da fare se venisse eletto?

Difficile rispondere. Non c'è comparto del settore pubblico che non vada in qualche maniera rivisitato. Abbiamo troppe persone che hanno una retribuzione senza un lavoro vero. Bisogna mettere mano al sistema delle disoccupazioni, non è pensabile che ci siano disoccupati che in questo momento di crisi rifiutano un impiego, magari più volte. Una cosa tutta italiana, tutta trentina: è assurdo pensare che uno riceva il sussidio di disoccupazione e se poi rifiuta un lavoro, questo suo rifiuto non venga registrato e non ci siano conseguenze. Altro tema sono le Comunità di valle: siamo l'unica realtà al mondo, di 500 mila abitanti, che ha la Provincia, i Comuni e l'ente intermedio. 

Cosa va assolutamente cambiato rispetto al passato?

Va cambiato il sistema. La ricerca, le consulenze, il sistema di finanziamento alle imprese. O vogliamo parlare del personale condannato? Mi  è capitata una delibera: due geometri della Provincia condannati per frode in forniture nell'ambito della loro attività. Viene fatto un provvedimento disciplinare a distanza di tempo con quattro giorni di sospensione a a sentenza passata in giudicato, uno è rimasto direttore, l'altro è stato promosso a funzionario tramite concorso interno. Poi c'è un ingegnere, condannato per abuso d'ufficio, che è stato promosso dirigente generale: questa è l'immagine della Provincia. Nella società per bene, quella sana, uno deve essere messo in condizione di esprimersi e trovare la sua strada grazie ai suoi meriti. Ma qui si sono mortificate le competenze.

Cosa direbbe ai suoi avversari politici?

Potrei dire qualcosa a Rossi, in quanto esponente del Patt. Trovo contraddittorio che il partito autonomista vada sul territorio a difendere le tradizioni locali e poi sia alleato con la sinistra facendo passare tutto quello che mortifica la nostra cultura di base. Loro dovrebbero essere con il centrodestra, che ha sempre avuto rispetto per il sacro e ha sempre difeso le nostre tradizioni religiose. O sulla famiglia: noi sosteniamo la famiglia tradizionale, così come viene definita dalla Costituzione. Loro invece si collocano con la sinistra che vede la famiglia in tutti i modi, allargata, ristretta, aperta: tutto quello che è insieme costituisce famiglia. O sulla patria: il Patt ha l'heimat, che accomuna il senso di appartenenza. Viceversa, a sinistra sono cittadini del mondo per scelta, quindi rifiutano l'appartenenza. E poi bisogna anche entrare nel concreto, io ho parlato con molti autonomisti, i quali mi dicono che alle politiche votano centrodestra e alle amministrative per il centrosinistra.

E agli alleati?

Non condivido la scelta fatta a suo tempo dalla Lega di  offrirsi nella coalizione di Mosna: non è stato un comportamento coerente. Perché chiusa quella possibilità hanno iniziato a inveire contro quel tipo di coalizione, non è che sia una scelta onorevole o coerente. E' come provarci in tutti i modi con una ragazza e quando lei dice di no allora viene etichettata come poco seria. Io sono orgoglioso per la mia parte, per aver detto fin da subito che con gente come Mosna e Grisenti non ci sarà mai.

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