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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Coronavirus: provvedimenti, restrizioni e governo Draghi, cosa accadrà ora?

Scadenze in arrivo tra Dpcm di Conte, provvedimenti legati all'emergenza. La prima decisione dovrà essere presa già il 5 febbraio, il venerdì della classificazione: zone rosse, arancioni e gialle. Il nuovo esecutivo sarà pronto?

Finita l'era di Giuseppe Conte, ora toccherà a Mario Draghi prendere in mano la situazione in merito all'emergenza sanitaria. La domanda che ora tutti si fanno è: cosa farà il governo Draghi con il nuovo Dpcm, gli spostamenti tra regioni e le zone rosse, arancioni e gialle? Come gestirà questa emergenza sanitaria che sta tenendo sotto scacco l'Italia e non solo, dall'inizio del 2020. Come riporta Today, il presidente del Consiglio incaricato "con riserva" mercoledì 3 febbraio al Quirinale ha detto che la situazione «richiede risposte all'altezza» e si discute di alcune delle possibili decisioni dell'esecutivo prossimo venturo mentre il 15 febbraio scade il divieto di spostamento tra regioni presente nell'ultimo decreto del presidente del consiglio Giuseppe Conte, e il 5 marzo invece decadrà il grosso dei provvedimenti dell'emergenza varati dal «vecchio» esecutivo.

Quali saranno le prossime mosse? 

Gli aspetti in discussione sono molti ma quelli centrali sono il piano di vaccinazione, i rapporti troppo litigiosi con le Regioni e l'eventualità di confermare o meno il sistema delle zone rosse, arancioni e gialle. Ma prima di tutto bisogna comprendere cosa succederà con gli spostamenti tra regioni e la prima data da segnare sul calendario è proprio quella del 15 febbraio: mancando ancora undici giorni, è possibile che per quel giorno il governo sia stato varato anche se magari non avrà ancora ricevuto la fiducia in una delle due camere (per una questione di tempi). Il divieto di spostamento tra regioni è stato sancito dal decreto legge 14 gennaio 2021 n. 2 e poi nel Dpcm 14 gennaio: per confermarlo il nuovo governo Draghi in arrivo in teoria dovrebbe quindi utilizzare gli stessi strumenti legislativi (anche se è possibile che vari un'ordinanza del ministero della Salute). 

Poi c'è il rapporto con le regioni. L'agenzia di stampa Ansa ha scritto che i rapporti con gli enti locali è un'altra delle questioni che Draghi dovrà risolvere, visto che nell'anno dello stato d'emergenza spesso si è arrivati a scontri verbali, polemiche politiche e soprattutto ricorsi al tribunale amministrativo regionale. Secondo l'agenzia, che cita una «qualificata fonte istituzionali», Draghi ha «il peso per mettere le persone con le spalle al muro». E può usufruire degli strumenti previsti dalla Costituzione, che il governo precedente non ha voluto utilizzare, quello dell'articolo 120 in cui si afferma che «il Governo può sostituirsi a organi delle Regioni nel caso di pericolo grave per l'incolumità e la sicurezza pubblica, nel rispetto del principio di sussidiarietà e del principio di leale collaborazione».

Spostamenti tra regioni

La questione, come spiega ancora Today, dei ministri uscenti potrebbe avere anche un risvolto interessante, se quello di Draghi sarà un governo tecnico-politico potrebbero essere riconfermati alcuni nomi dell'esecutivo Conte, e tra questi in lizza ci sono attualmente il ministro della Salute Roberto Speranza e il responsabile degli Affari Regionali Francesco Boccia. In questo caso i ministri potrebbero quindi trovarsi in un nuovo governo ad allungare più facilmente le restrizioni. L'ipotesi alternativa, anche se pare del tutto improbabile, è che per il 15 febbraio sia ancora in carica il governo Conte. In questo caso l'esecutivo avrebbe comunque tutti i poteri necessari per farlo: la Costituzione garantisce la possibilità di "svolgere l’ordinaria amministrazione" anche a un governo dimissionario, totalmente legittimato ad adottare provvedimenti urgenti anche dopo le dimissioni di Conte e dei ministri.

Nell'articolo 77 della Costituzione è chiarita la facoltà di «un governo dimissionario di emanare decreti legge». L'attuale decreto del presidente del Consiglio dei ministri scade venerdì 5 marzo. Fino a quando non avrà giurato un nuovo governo, Conte potrà firmare i Dpcm e il ministro Speranza le ordinanze che istituiscono le zone gialle, arancioni o rosse.

Giovedì 5 febbraio sarà quasi ultimato il report #38 dell'Istituto Superiore di Sanità e il giorno dopo, venerdì 6 febbraio, il ministro in carica dovrà decidere sulle aree per Bolzano, Puglia, Sardegna, Sicilia e Umbria oltre a dover decretare (ma questo appare improbabile) maggiori restrizioni per le altre regioni se i numeri dovessero indicare un peggioramento nei parametri che portano le regioni in zona rossa e arancione. Chi sarà il ministro in carica? Visto che mancano appena due giorni è probabile che sia proprio Speranza. Il quale la scorsa settimana ha deciso di lasciar scadere alcune ordinanze, senza scrivere ulteriori provvedimenti, per mandare i territori in zona gialla. Venerdì potrebbe fare la stessa cosa? Sì, ma a due condizioni: se tutte le regioni avessero numeri da area gialla e se tutti i provvedimenti avessero quella data di scadenza. In teoria i tempi ci sarebbero, e la decisione della scorsa settimana legittimerebbe anche quella di questa. Nella pratica avremo una risposta certa soltanto venerdì o sabato. 

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