rotate-mobile
Politica San Giuseppe / Largo Luigi Pigarelli

Costi della politica: la Corte blocca i referendum popolari

E' stata accolta così l'interpretazione secondo cui nell'anno prima delle elezioni non si possono depositare richieste di referendum. Il Core vuole ricorrere alla Consulta. "Dobbiamo agire", commenta il Core

L'Ufficio centrale per il referendum abrogativo costituito presso la Corte d'Appello di Trento ha respinto le due richieste referendarie, depositate nel giugno scorso, volte ad abrogare la legge regionale del 1995 in materia di indennità e previdenza ai consiglieri regionali. Lo rende noto il comitato referendario Core. E' stata accolta così l'interpretazione secondo cui nell'anno prima delle elezioni non si possono depositare richieste di referendum. Il Core vuole ricorrere alla Consulta.

"L'interpretazione che oggi viene accolta, pur nel rispetto delle prerogative della magistratura, comprime moltissimo il diritto di effettuare referendum - commentano le referenti del Core Trentino Giovanna Giugni e Simonetta Gabrielli -, sottraendo ai cittadini, per 26 mesi su cinque anni, un diritto che la Costituzione ( art.75) prevede privo di limiti temporali. Siamo e restiamo convinti che un'azione di sola protesta non possa scalfire un sistema come quello che le cronache recenti hanno portato alla luce. Dobbiamo agire, con i mezzi che la Costituzione e le leggi ci hanno assicurato. Dobbiamo farlo per non consentire che la rassegnazione prevalga ed allontani i cittadini elettori dall'esercizio dei loro diritti. Pur nel rispetto della decisione che oggi ci penalizza, utilizzeremo perciò ogni mezzo per difendere le nostre prerogative di cittadini/elettori, facendo opposizione nelle sedi opportune , se sarà possibile arrivando ad investire della questione la Corte Costituzionale".
Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Costi della politica: la Corte blocca i referendum popolari

TrentoToday è in caricamento