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Dallo Stato nuovi fondi per il bilancio. Fugatti: "Da qui il rinnovo dei contratti del pubblico impiego"

Alla Provincia circa 200 milioni in più già a partire dal prossimo anno

I soldi per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego ci sono, e arriveranno da un nuovo accordo tra la Provincia di Trento e lo Stato, che garantirà alle casse del bilancio provinciale più di 200 milioni già a partire dall'anno prossimo. L'annuncio arriva direttamente dal presidente della Provincia Maurizio Fugatti, che in conferenza stampa ha presentato l'accordo tra la Pat e Roma, proprio all'indomani della manifestazione che aveva portato in piazza i sindacati e i lavoratori del pubblico impiego.

In base all'intesa che sarà firmata nei prossimi giorni, il bilancio della Provincia autonoma potrà contare su circa 120 milioni di euro in più all'anno. Tenuto conto che l'accordo prevede anche 90 milioni di gettiti arretrati sui giochi, per il 2022 il totale sarà di circa 210 milioni di euro in più. Per il presidente Fugatti, si tratta di un "accordo importante in un momento delicato e che va a mettere in maggiore sicurezza per gli anni e a venire le finanze della Provincia autonoma di Trento, la quale da quest'anno avrebbe altrimenti scontato solamente il calo di risorse sui gettiti arretrati per 250 milioni di euro all'anno. La trattativa portata avanti in modo congiunto con il presidente Kompatscher ha avuto momenti di difficoltà e di maggiore linearità per poi chiudersi positivamente. Riteniamo che l’autonomia del Trentino Alto-Adige rappresenti un unicum sul territorio nazionale ma per essere tutelata e rafforzata deve evolversi in relazione all’evolversi del contesto nazionale e internazionale in cui la stessa è inserita, soprattutto per quanto attiene al profilo finanziario. L’Accordo con il Governo va in questa direzione".

Parte dei fond dunque, come ha confermato lo stesso presidente Fugatti in conferenza stampa, saranno dunque destinati al rinnovo dei contratti del pubblico impiego: "Prima saremmo stati in difficoltà, ora con questo accordo, riteniamo sia giusto e doveroso rinnovare i contratti del pubblico impiego in Trentino. Ora ci sono le condizioni per farlo".

La struttura dell’intesa

In sintesi, come riporta una nota della Provincia, l'accordo prevede una riduzione strutturale del concorso agli obiettivi di finanza pubblica nazionale del 20% a partire dal 2022 per le Province autonome di Trento e Bolzano. Il totale per le due Province e per la Regione si riduce quindi da 905 milioni a 713 milioni. Complessivamente dal 2022 il bilancio della Provincia potrà quindi contare strutturalmente su circa 120 milioni di euro aggiuntivi, formati sostanzialmente da tre voci: la prima voce riguarda sostanzialmente la riduzione del 20% al concorso alla finanza pubblica come definito dal combinato disposto degli Accordi di Milano e del Patto di Garanzia. Una riduzione che per la Provincia di Trento vale circa 86 milioni di euro annui.

La seconda voce riguarda la restituzione delle riserve all'erario trattenute nel periodo 2014-2018 che valgono in totale circa 600 milioni di euro. Ciò si traduce nel versamento al bilancio provinciale di circa 20 milioni annui per un periodo di 30 anni. Tali risorse si aggiungono ai 60 milioni anticipati dallo Stato quest'anno per il triennio 2019-2021.

La terza voce riguarda il riconoscimento da parte dello Stato del gettito dei tributi sui giochi che ammonterà a circa 11,5 milioni di euro annui.

A tali voci strutturali, si aggiunge un'una tantum di 90 milioni di euro a titolo di gettiti arretrati riguardanti i tributi sui giochi di natura non tributaria.

Fermo restando la riduzione strutturale del 20% del concorso agli obiettivi di finanza pubblica, l'accordo con il Governo nazionale prevede inoltre il posticipo di 5 anni, dal 2023 al 2028, della clausola che dispone l'adeguamento del concorso medesimo alla variazione percentuale degli oneri del debito pubblico nazionale. "Riteniamo - sottolinea Fugatti - che si tratti di un risultato importante in considerazione della prevedibile dinamica degli oneri in esame legata anche alla tematica della restituzione dell'Italia all'Europa delle risorse del PNRR".

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