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Politica / Riva del Garda

“È facile fare il finocchio con il coso degli altri”

Bufera in Consiglio comunale a Riva per le parole usate da Lorenzo Prati

Mercoledì 29 giugno in Consiglio comunale a Riva del Garda si discuteva delle modifiche alla viabilità di Varone quando il consigliere di maggioranza Lorenzo Prati ha preso la parola per criticare la minoranza incapace a suo dire di proporre alternative. Per ribadire il concetto ha detto: “È facile fare il finocchio con il coso degli altri”.

Un’affermazione che ha fatto sussultare il consigliere di minoranza del Pd Gabriele Bertoldi e che il presidente leghista del consiglio comunale Salvatore Mamone ha subito cercato di chetare: “Non ha detto nulla di strano”, ha detto, invitando Prati a proseguire nel suo discorso.

Bertoldi non si è però arreso e al termine dell’intervento del consigliere Prati, eletto con la lista civica “La rocca”, ha parlato di “un termine dispregiativo e omofobo verso gli omosessuali maschi” chiedendo un richiamo nei suoi confronti. “Invito il consigliere Prati a chiedere scusa”, si è limitato ad aggiungere a quel punto il presidente. Ma Prati non ne ha voluto sapere: “Chiedo scusa di nulla, io ho fatto una battuta, non mi interessa niente di come la interpreta il consigliere Bertoldi”. Non solo, a quel punto il presidente Mamone ha rincarato la dose: “La invito a stare calmo - ha suggerito al dem Bertoldi -, il consigliere Prati mi sembra che abbia detto ‘pinocchio’. Risentiremo la registrazione ed eventualmente prenderemo dei provvedimenti”.

“Questa frase, detta con noncuranza, sbeffeggiando la convinzione di non doversi scusare di niente calpesta e lede la comunità Lgbt+, ci umilia - accusa oggi la vicepresidente di Arcigay del Trentino Lucrezia Michelotti -. L’intervento del consigliere Prati è figlio di quella cultura omobitransfobica che ci uccide, ci relega ai margini, ci rende capri espiatori per campagne elettorali, ci fa perdere il lavoro, ci toglie il diritto alla vita. Questo è anche quello accaduto a Cloe Bianco. Questo è ciò di cui si parla quando si dice che le istituzioni alimentano l’odio”.

Non solo: “I suoi colleghi di maggioranza - prosegue Michelotti - sono rimasti indifferenti, anzi, l’hanno difeso”. La vicepresidente di Arcigay ha chiesto alla sindaca Cristina Santi di “prendere posizione perché atti così vergognosi e discriminatori non possono essere tollerati, nemmeno da chi è in coalizione con lei”.

“In relazione all’epiteto finocchio usato in aula dal consigliere Prati - è stata la pronta risposta della prima cittadina - nel sottolineare ovviamente che le dinamiche di aula non sono competenza del sindaco, la mia posizione al riguardo è comunque chiara e netta: no a ogni espressione sessista o irrispettosa dei diritti delle persone omosessuali. Quando parliamo di diritti, non bisogna mai dimenticare che il diritto comincia dal rispetto e che tale rispetto, soprattutto da parte di chi ricopre ruoli istituzionali, non deve mai venire meno. Mi auguro l’aula torni a essere luogo di civile confronto e non teatro di episodi sgradevoli che non fanno onore alla nostra comunità. Il fatto che il consigliere in questione sia espressione della maggioranza nulla toglie per quanto mi riguarda alla gravità del suo comportamento: perché la difesa dei principi deve essere salvaguardata sempre, in ogni caso e in ogni circostanza”.

Il discorso di Prati e la reazione di Mamone e Bertoldi sono visibili online in maniera integrale dal minuto 3:15:50 al minuto 3:23:00,

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