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L'uccisione di un cane era solo questione di tempo

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TrentoToday

Se il cane tipo Pitbull che ha ucciso un piccolo Volpino è lo stesso che si era reso protagonista di svariate aggressioni, la più nota avvenuta nel luglio del 2021 al Parco della Predara, era solo questione di tempo perché dai ferimenti si giungesse ad un attacco fatale. Gli esperti dell'ENPA del Trentino fin da subito sono stati convinti che il Pitbull fosse una vittima, quanto i consimili aggrediti, e dovesse venir sottratto ad una situazione di maltrattamento. In tal senso era anche stata depositata la segnalazione da parte della proprietaria di uno dei cani aggrediti, che era stata la testimone di un brutale pestaggio subito dal Pitbull. Alla luce di ciò, avevamo chiesto che le Istituzioni si muovessero velocemente e con decisione, sequestrando il cane a chi non sapeva, o non voleva, gestirlo correttamente: per consentire che il Pitbull venisse recuperato dal punto di vista comportamentale, smettendo di rappresentare un pericolo per i consimili, e potendo essere affidato a chi sapesse occuparsene nel rispetto delle esigenze etologiche, consentendogli di ritrovare condizioni di equilibrio e benessere cui anche gli animali hanno diritto. In sei mesi dalle note vicende del Parco della Predara nulla è stato fatto, ed un piccolo cagnolino ne ha pagato le conseguenze. Per questo ENPA del Trentino ha inviato una richiesta formale agli Enti preposti, affinché si attivino per quanto di loro competenza, perché i cittadini di Trento devono poter frequentare con i propri cani gli spazi pubblici in sicurezza, e perché un cane maltrattato deve essere salvato dal suo aguzzino. Per Enpa Trentino la presidente Ivana Sandri

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