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Mele e malattie: la Pat ha un piano contro gli Scopazzi

Zanotelli: “Il piano mira ad introdurre una nuova disciplina provinciale per garantire un efficace contrasto alla diffusione"

Salvare il melo dagli scopazzi è possibile? Secondo la Provincia autonoma di Trento, sì e con il piano provinciale per il contenimento dell’agente patogeno del parassita. Il documento, approvato a metà febbraio, è stato spiegato dall’assessore all’agricoltura Giulia Zanotelli.

“Il piano mira ad introdurre una nuova disciplina provinciale per garantire un efficace contrasto alla diffusione degli 'scopazzi del melo' a fronte della scelta operata a livello comunitario di non inquadrarla più tra gli organismi nocivi da quarantena obbligatoria - spiega Zanotelli -. Questo, assicurando continuità con quanto già realizzato a livello provinciale nel passato, ma introducendo tutta una serie di elementi di novità in grado di assicurare maggiori tempestività ed efficacia nelle azioni, nell'ambito di un'azione fortemente raccordata tra soggetti pubblici e privati".

La provincia, in una nota, scrive che "l’estirpo di ogni pianta sintomatica e la lotta tempestiva ai vettori costituiscono ad oggi gli strumenti più efficaci per il controllo e il contenimento dei danni che il fitoplasma può provocare alla melicoltura provinciale". 

Le nuove regole fitosanitarie dell’Unione europea hanno annullato l’obbligo di estirpo delle piante di melo colpite previsto da un decreto nazionale di lotta obbligatoria in vigore fino al 2021. Ecco quindi che l’Amministrazione provinciale ha deciso di elaborare il nuovo piano di azione per contrastare la malattia con i criteri che secondo gli esperti chiamati in causa, funziona. Dalla Pat precisano che anche per il controllo della cimice asiatica e della flavescenza dorata nel settore viticolo sono state fatte delle valutazioni che hanno portato ad agire in questo modo.

Coinvolti nel piano per preservare i meli in Trentino ci sono il Servizio fitosanitario provinciale, la Fondazione Edmund Mach, Apot, le Op e Codipra, i relativi compiti e attività per il contenimento dell'organismo nocivo "Candidatus Phytoplasma mali", agente degli scopazzi del melo.

"Dalle indagini svolte negli ultimi anni sul territorio provinciale - conclude la nota della pat - emerge come lo 0,67% delle piante di melo è colpito dalla malattia. Questo induce a ritenere necessario mantenere alta l’attenzione verso questa patologia, assicurando in primo luogo l’espianto tempestivo di tutte le piante sintomatiche e l’applicazione delle corrette procedure di controllo dei vettori (psille)".

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