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Sat, le nuove linee guida: no a nuove vie, manutenzione solo con interventi mirati

La decisione anche a seguito delle polemiche per l'intervento sulla ferrata Bepi Zac, giudicato troppo invasivo

 La Sat (Società alpinisti tridentini) non si adopererà più per "progetti che riguardino nuove vie attrezzate, in quanto ciò si discosta dall'impegno per la tutela ambientale". Per quanto riguarda la manutenzione delle vie ferrate già esistenti invece, si potrà decidere di intervenire "ma solo attraverso interventi di ristrutturazione poco invasivi rispetto all'originale percorso".

È questa la nuova linea ufficiale dell'associazione, contenuta in una delibera pubblicata sui canali ufficiali della stessa Sat. Il dibatti interno all'associazione era partito a seguito delle polemiche riguardanti gli interventi di manutenzione di varie vie attrezzate, in particolare quello sulla ferrata Bepi Zac: un intervento necessario per garantire la sicurezza del percorso, ma giudicato troppo invasivo e impattante dal punto di vista ambientale a causa dei piloni di cemento necessari per stabilizzare le pareti di roccia.

"Già da tempo SAT, anche in accordo con CAI Alto Adige ed Alpenverein Südtirol, ha ritenuto di non adoperarsi per progetti che riguardino nuove vie attrezzate e questa decisione emerge dalla riflessione per la quale le installazioni di vie ferrate hanno un impatto ambientale e paesaggistico che si discosta dal ruolo di SAT come sodalizio la cui funzione è la tutela ambientale. L’infrastrutturazione con cavi, scale, ponti tibetani, crea antropizzazione in quota e favorisce una frequentazione superficiale della montagna, che nel tempo potrà mettere a rischio biodiversità, paesaggio (nuova viabilità, nuovi punti ristoro o potenziamento degli esistenti) e può falsare la valutazione del rischio da parte degli utenti".

Da ora in poi dunque, manutenzione solo se strettamente necessaria e con interventi mirati. In qualche caso la Sat potrà anche decidere di dismettere la via, se l'intervento da effettuare la rendesse non conforme ai principi della società.

Dall'associazione anche un'idea per progettare il futuro delle escursioni in montagna: quella di creare "un gruppo di lavoro che coinvolga anche figure autorevoli come geologi e ingegneri ambientali, per tenere ben presenti le motivazioni che portano a progettare interventi per la riduzione del rischio in rapporto alle aspettative di rischio e alle esigenze di contenimento del loro impatto: intervenire con modalità poco invasive, essenziali e sobrie, bocciando invece interventi che possano avere un impatto sul tracciato che ne snaturi l’essenza alpinistica".

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