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Sul Rio Resenzuola il rarissimo gambero di fiume, ma foce e sorgente restano isolate

Un ambiente unico, e protetto, che rischia però di rimanere isolato dalla foce: da anni si chiede una scala di rimonta per la riproduzione di specie ittiche molto rare

Un'opera importante ma che, se non completata a dovere, rischia di essere perfettamente inutile per l'alto obiettivo che si propone. Tempo fa ci siamo occupati della foce del Rio Resenzuola, dove un comitato di appassionati, insieme all'Associazione Pescatori del Trentino, aveva chiesto la rimodulazione della foce necessaria affinchè i pesci possano risalire la corrente e riprodursi a monte.

L'opera, dopo una lunga discussione, è stata fatta, ma risulta insufficiente. La situazione è questa: tra la foce del rio e la sorgente, che è un biotopo ed un sito tutelato a livello europeo (ex Sic) c'è una pescicoltura, che naturalmente sfrutta l'acqua del rio per l'allevamento dei pesci. La scala di rimonta si ferma in prossimità di questa struttura, impedendo ai pesci del rio, che si getta nel Brenta, di poter arrivare alla sorgente.

La sorgente sarebbe, di fatto, un luogo perfetto per la riproduzione: l'acqua è cristallina, la vegetazione completamente allo stato naturale. Si tratta di una rarissima risorgiva, in Trentino. Lungo il corso del torrente è stata accertata la presenza di specie rare quali la trota marmorata, lo scazzone (tutelato a livello europeo), la lampreda padana ed il praticamente estinto gambero di fiume.

Per tutti loro la sorgente rappresenterebbe il luogo ideale per riprodursi in un contesto totalmente naturale, e protetto. Per questo si chiede che l'opera venga completata (con costi non certo stellari) con il prolungamento della scala di rimonta fino alla sorgente in mone della "continuità fluviale". Una richiesta che, una volta tanto, mette d'accordo ambientalisti e pescatori. 

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