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Ottima annata per le olive trentine: +40% nel 2020, è record rispetto al 2018

La fondazione Edmund Mach ha anche organizzato un convegno per rendicontare la stagione produttiva

Il 2020 ha avuto anche i suoi aspetti positivi: in Trentino è stata un’annata record per le olive. È quanto emerge dai dati raccolti nell'Alto Garda dal Centro Trasferimento Tecnologico della Fondazione Edmund Mach, ai sei frantoi presenti nella "Busa" tra Riva e Arco: oltre 4mila tonnellate di olive raccolte, con una produzione di olio di oliva extravergine che supera le 500 tonnellate e una resa media in olio di circa il 12,5%.

La produzione risulta superiore di quasi un 40% rispetto al record stabilito nel 2018. L’olivicoltura del Trentino assieme a quella delle regioni produttive del nord est italiano e della Slovenia saranno al centro dell’incontro in diretta streaming in programma giovedì 14 gennaio, alle ore 17, sul canale youtube della Fondazione Edmund Mach.

Il convegno, organizzato da Associazione Interregionale Produttori Olivicoli, Fondazione Edmund Mach, Agenzia Regionale per lo Sviluppo Rurale del Friuli Venezia Giulia e Istituto Agrario e Forestale di Nova Gorica, nasce con l'obiettivo di presentare un resoconto finale del lavoro eseguito durante la stagione produttiva 2020 e, in particolare, dall'esigenza di confronto e coordinamento tra queste aree olivicole sui problemi che l’olivicoltura presenta e sulla necessità di ridurre gli interventi fitosanitari, cercando di fornire risposte territoriali e precise agli agricoltori sui principali patogeni/parassiti.

«Benché la superficie e la dimensione economica dell’olivicoltura trentina non siano comparabili con quelle delle due principali nostre colture, il melo e la vite, essa riveste una significativa importanza per l’impatto nella caratterizzazione del paesaggio e per il contributo all’integrazione del ricco paniere dei prodotti del Garda trentino, elementi che qualificano e rendono unica la vocazione turistica del basso Sarca e della riviera gardesana – spiega il dirigente del Centro Trasferimento Tecnologico, Claudio Ioriatti-. L’incontro sarà quindi un’occasione di apprendere come vecchie problematiche, come è il caso della mosca dell’olivo, e nuove emergenze fitosanitarie, come è il caso della cimice asiatica o dei vari disseccamenti ascrivibili a associazioni fungine fra cui la Botryosphaeria, siano state gestite nei quattro areali produttivi qui riuniti».

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