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"Neve rossa" sulle montagne trentine: ecco cos'è e perché è un campanello d'allarme per i ghiacciai

La Commissione Geologica della Sat invita a mandare foto del fenomeno, finora poco studiato sulle Alpi

"Neve rossa": il fenomeno si è verificato sui ghiacciai trentini a partire dalla metà del mese di giugno 2020. Fenomeno curioso, ma anche campanello d'allarme per la salute delle nevi perenni, minacciate dal riscaldamento globale. La Commissione Geologica della Sat intende studiare quanto sta avvenendo sulla Presena, sul Gavia, sullo Stelvio e sul Brenta. L'appello, lanciato a tutti gli escursionisti, è di inviare foto della "neve rossa" alla pagina Facebook della Sat.

Quello che si sa è che la responsabile del fenomeno è un'alga: Ancylonema nordenskioeldii. Una specie presente, e studiata, in Groenlandia, la cui presenza sembra essere connessa ad un'accelerazione dei processi di scioglimento del ghiaccio. "Durante la stagione estiva, quando sui ghiacciai o sugli accumuli nevosi si forma l'acqua di fusione, le alghe trovano le condizioni adatte per moltiplicarsi. Il tipico colore, dovuto a pigmenti fotosintetici, diminuisce la luce riflessa dai ghiacciai e aumenta la radiazione solare assorbita, accelerando ulteriormente la fusione", scrive la Commissione.

"La fusione dei ghiacciai e delle calotte glaciali - prosegue la nota - è oggi considerato un simbolo del cambiamento climatico. Molti meccanismi complessi sono coinvolti nella fusione del ghiaccio e, tra questi processi, l'oscuramento superficiale dovuto al materiale organico sul ghiaccio nudo ha recentemente ricevuto attenzione dalla comunità scientifica. Se avete fotografie o segnalazioni di arrossamento nivale potete inviarle alla nostra pagina. Tutti insieme possiamo contribuire allo studio di salvaguardia dei ghiacciai". 

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