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Martedì, 28 Novembre 2023
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Rilevati nuovi organismi nelle acque dell'arco alpino

Presentati i risultati del censimento su laghi e fiumi: coinvolti Garda, Caldonazzo, Ledro, Serraia e Adige

C'è anche il Trentino nel primo censimento della biodiversità di laghi e fiumi dell'arco alpino. In tutto 37 laghi e 23 fiumi europei monitorati con le tecnologie più innovative, per localizzare specie animali ed eventuali minacce. In Trentino il monitoraggio ha riguardato i laghi di Garda, Caldonazzo, Ledro e Serraia, oltre al fiume Adige.

Il progetto si chiama Ecoalpswater, ed è coordinato dalla Fondazione Edmund Mach. Obiettivo del monitoraggio, che vede anche l'Agenzia per l'ambiente della Provincia autonoma di Trento tra gli osservatori, è quello di analizzare la qualità delle acque lacustri e fluviali della regione alpina basandosi sullo studio del Dna degli organismi acquatici contenuto nei campioni ambientali.

Come evidenziato dal dottor Nico Salmaso, coordinatore del progetto, "le analisi dei campioni di Dna ambientale hanno permesso di identificare un’elevatissima biodiversità acquatica, basata sull’esame di decine di milioni di sequenze di Dna estratto o rilasciato nell’ambiente da organismi appartenenti ai batteri, cianobatteri, microalghe e pesci. E la cosa straordinaria è che queste analisi hanno permesso di identificare gruppi di organismi prima difficilmente riconoscibili utilizzando tecniche tradizionali, quali la microscopia”. Si tratta in particolare di organismi che sfuggono alle analisi tradizionali perché presenti in basse quantità o difficilmente riconoscibili. Tra questi anche una specie ascrivibile a cianobatteri di origine tropicale (Cylindrospermopsis raciborskii), rilevata per la prima volta nel Lago del Frassino, subito a sud del Lago di Garda. In Europa, la diffusione di questa specie invasiva è stata legata agli effetti dei cambiamenti climatici.

Nelle regioni alpine italiane è stata, inoltre, chiarita la distribuzione di altre specie di cianobatteri definiti "potenzialmente tossigenici", come il Planktothrix rubescens (in tutto l'arco alpino) e il Tychonema bourrellyi (nei laghi di Garda, Ledro, Iseo e Como). Le concentrazioni di tossine prodotte nelle acque lacustri da questi cianobatteri rimangono tuttavia ampiamente al di sotto delle linee guida proposte nel 2020 dall’Organizzazione Mondiale per la Sanità per l’utilizzo delle acque per scopi potabili e ricreativi.

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