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Blanco, il raro leone bianco morto allo zoo di Bussolengo, arriva al Muse

Acquisito dal Museo delle Scienze di Trento uno dei rari esemplari di Panthera leo krugeri. In natura ne esistono 12 esemplari, secondo recenti studi il leucismo non sarebbe penalizzante, a aiuterebbe il mimetismo in particolari condizioni ambientali

Ha vissuto a lungo, quasi 15 anni, al Parco natura Viva di Bussolengo, dove è morto nel giugno scorso. Da oggi, Blanco entra a far parte delle esposizioni del MUSE Museo delle Scienze di Trento, dove tutti i visitatori potranno ammirarlo accanto alla leonessa e al leoncino e conoscere così la storia dei leoni dal manto candido che sono, purtroppo, sull’orlo della scomparsa.

"Il caso di Blanco - spiega ichele Lanzinger, direttore  del Muse - si inserisce in un rapporto oramai consolidato con il Parco Natura Viva di Bussolengo, che si dedica alla divulgazione naturalistica presentando una ricca selezioni di esemplari vivi in ambienti adeguati, non più prelevati in natura ma esito di riproduzioni avvenute nei parchi o di recupero di animali incidentati, sostenendo inoltre importanti progetti di conservazione naturalistica in tutto il mondo". 

I leoni bianchi, tra i quali Blanco, appartengono alla popolazione di Panthera leo krugeri presente nella regione della Riserva di Timbavati e del Parco Nazionale Kruger, in Sud Africa. In queste aree è particolarmente diffuso il leucismo, che determina il mancato sviluppo delle cellule che producono il pigmento, da non confondere con l'albinismo.

Da alcune stime pare che i leoni bianchi in cattività in tutto il mondo siano qualche centinaio, mentre quelli rimasti liberi in natura siano dell’ordine di una decina, forse 12. Praticamente assenti a causa della caccia e del bracconaggio dovuto alla preziosità come trofeo di caccia.

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